Il ciclo idrologico globale è seriamente compromesso a causa dei cambiamenti climatici, i quali ne pregiudicano disponibilità e distribuzione.
I gestori italiani, affinché nei prossimi anni l’approvvigionamento della risorsa idrica sia sicuro, investiranno circa 10 miliardi di euro, di cui: tre al Sud e nelle Isole, quattro al Centro e tre al Nord. Dell’ammontare complessivo, più del 50%, pari a 5,2 miliardi, verrà investito già nel triennio 2022-2024.
Il dato emerge dal paper “Acqua, investimenti e climate change”, realizzato da Utilitalia – Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, e presentato a Torino in occasione della prima giornata del Festival dell’Acqua (21 settembre), in programma fino al 23 settembre e organizzato in collaborazione con Smat – Società metropolitana acque Torino.
La ripartizione degli investimenti
Degli investimenti in programma, poco più di 6,5 miliardi di euro sono destinati a interventi nei servizi di adduzione e distribuzione, circa 2,5 miliardi sono ripartiti equamente tra i segmenti di fognatura e depurazione, mentre circa un miliardo di euro è destinato ad interventi negli altri segmenti della filiera tra cui captazione, potabilizzazione e dissalazione.
Gli interventi permetteranno di avere a disposizione una maggiore quantità di acqua disponibile stimata in circa 620 milioni di metri cubi.
Tra i progetti dei gestori ci sono: nuovi serbatoi, nuovi approvvigionamenti, riutilizzo delle acque reflue, riduzione delle dispersioni e interconnessioni tra acquedotti, ampliamento della rete fognaria e ammodernamento degli impianti di depurazione.
“Gli eventi siccitosi e quelli alluvionali, ha spiegato la presidente di Utilitalia, Michaela Castelli, hanno ormai una ricorrenza ciclica, pertanto devono essere affrontati con interventi e processi strutturali sostenibili nel lungo periodo. Parliamo di maggiori sistemi di accumulo, produzione di risorse idriche complementari, di infrastrutture che favoriscano soluzioni orientate al riuso delle acque e di interventi sui sistemi di irrigazione e produzione; il tutto rafforzando la governance in un’ottica industriale, creando maggiori sinergie con altri usi e provvedendo ad una corretta ripartizione dei costi”.
Ha dichiarato il presidente Smat, Paolo Romano: “Per fronteggiare la vulnerabilità della risorsa idrica messa sempre più sotto stress dalle dinamiche evolutive del clima, l’azienda ha elaborato nel corso dell’ultimo quinquennio un Piano Industriale degli Investimenti. Sono state realizzate opere significative quali il bacino di lagunaggio, una riserva d’acqua complessiva di sette milioni di metri cubi a supporto dell’impianto di potabilizzazione e l’acquedotto della Valle di Susa che riesce a garantire una portata di 600 litri al secondo a 27 Comuni e 180mila abitanti”.
Le infrastrutture in costruzione nella regione Piemonte
Tra le infrastrutture di prossima realizzazione elencate dal presidente: l’idropolitana torinese, una galleria di 14 chilometri a 20 metri di profondità per ottimizzare la raccolta delle acque “usate” e meteoriche e consentire un aumento della portata idraulica. Infine l’acquedotto della Valle Orco, che porterà acqua di buona qualità nel Canavese e nell’Eporediese, il cui investimento economico di circa 200 milioni di euro è stato coperto per il 50% dal Pnrr.
Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana ha dichiarato: “L’estate 2022 è stata in Italia e in Europa la più calda e asciutta mai registrata nelle serie di osservazione meteo e i ghiacciai hanno perso in un solo anno il maggior volume di sempre, pari a 4 metri di spessore medio. Gli scenari climatici prospettano un ulteriore aumento di questi fenomeni estremi nei prossimi decenni, quindi sono indispensabili strategie di adattamento per salvaguardare la risorsa idrica. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto a proposito della epocale crisi climatica in atto che abbiamo una sola scelta, azione collettiva o suicidio collettivo”.
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