Pubblicata l’EY “Seize the change: futuri sostenibili” sulla sostenibilità delle aziende italiane

Lo studio è stato presentato nel corso del EY sustainability summit

IndustriagreenL’indagine EYSeize the change: futuri sostenibili”  l’approfondimento di quattro momenti essenziali: piani strategici, cambiamenti climatici, finanza sostenibile, economia circolare e mobilità. L’analisi valuta circa 260 aziende italiane afferenti a diversi settori. Di queste cui 62 sono state intervistate direttamente mentre di 201 sono state analizzate le dichiarazioni non finanziarie.

Dalla ricerca emerge come il tessuto imprenditoriale stia ripianificando le proprie strategie in termini di sostenibilità in un periodo di forte trasformazione, accelerata dell’emergenza Covid-19. E’ proprio l’emergenza sanitaria ad aver stimolato l’attenzione delle imprese sui temi della sostenibilità, rendendoli sempre più importanti nell’elaborazione delle strategie aziendali. “La sostenibilità rappresenta non solo uno straordinario impulso trasformativo, ma anche una significativa leva di business e un driver di resilienza delle aziende” sottolinea Stefania Radoccia, responsabile dei mercati di EY.

Un’azione in cui, secondo la Radoccia, il recovery plan svolge un ruolo fondamentale “potrebbe essere l’occasione per innescare questa trasformazione in un’ ottica più sostenibile per le imprese e per ridurre i gap sociali e intergenerazionali a livello Paese”.

L’EY sustainability summit centrale nei piani strategici delle imprese

I piani strategici aziendali rivolti alla sostenibilità risultano essenziali. Riccardo Giovannini, responsabile sostenibilità di EY in Italia, conferma: “Integrare la sostenibilità nelle attività di business significa comprendere il cambiamento, cogliendo le istanze e le opportunità che derivano dal mercato e dalla società civile, e integrarlo pienamente a livello aziendale per essere preparati al futuro”.

Circa il 70% del campione ha previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi in crescita rispetto all’anno scorso, il 39% lo ha strutturato con target quantitativi di medio-lungo periodo mentre il 23% ha definito anche le relative tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi. Infine il 33% ritiene che l’impatto della pandemia fungerà da acceleratore per una transizione verso modelli maggiormente sostenibili.

Riguardo l’attenuazione degli effetti relativi ai cambiamenti climatici, le aziende ritengono la sfida indispensabile per garantire la loro sopravvivenza nel lungo periodo. L’indagine ha rilevato come l’84% delle aziende intervistate dispone di un piano industriale che contiene azioni di mitigazione e/o di adattamento ai cambiamenti climatici.

Anche la finanza, nella sua declinazione sostenibile, è condizionata nelle scelte di investimento e gli attori finanziari considerano anche criteri ambientali, sociali e di governance della sostenibilità (Esg); Circa il 16% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere già incluso prodotti finanziari rispettosi dei criteri di sostenibilità nel proprio piano strategico.

E’ l’economia circolare il “modo nuovo” per approcciare l’attività imprenditoriale: separare la crescita economica dall’impiego di risorse naturali presuppone la capacità di superare la divisione tra settori industriali e comporta un ripensamento strategico dell’intera organizzazione.

Rispetto la mobilità l’84% delle aziende intervistate ha avviato un processo strutturato con l’obiettivo di analizzare i propri processi operativi. La mobilità, a causa delle emissioni di sostanze dannose per l’ambiente, insiste sulla qualità della vita e sul benessere delle persone.

Lo studio sottolinea come le aziende del Paese sono particolarmente attive nell’offerta di servizi e iniziative di mobilità per i propri dipendenti: l’87% delle aziende ha sviluppato o previsto iniziative di mobilità per i lavoratori, il 63% ha attivato programmi di lavoro agile, il 5% ha implementato programmi aziendali per la mobilità condivisa, mentre l’11% ha previsto delle agevolazioni per l’utilizzo dei mezzi pubblici.

Dopo anni di analisi e confronti tra gli attori dell’ecosistema della sostenibilità, osserviamo come l’attuale contesto abbia accelerato l’attenzione sul tema” conclude Giovannini “I risultati della ricerca ci dicono che le pratiche di integrazione risultano essere direttamente proporzionali al fatturato e focalizzate, molto positivamente aggiungo, sulle risorse umane e sulle istanze che derivano dalle comunità e dal territorio”.


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