Si prevede che, nel 2025, la crescita della domanda globale di petrolio sarà in media di poco oltre 1 milione di barili al giorno (mb/g), rispetto agli 830 kb/g del 2024, raggiungendo 103,9 mb/g. Questo incremento sarà sostenuto, in parte, dai prezzi più bassi. I Paesi asiatici rappresenteranno circa il 60% dei guadagni, guidati dalla Cina, dove le materie prime petrolchimiche forniranno l’intera crescita: si stima infatti che la domanda di combustibili raffinati raggiungerà un plateau.
A febbraio, l’offerta mondiale di petrolio è aumentata di 240 kb/d a febbraio, raggiungendo i 103,3 mb/d, guidata dall’Opec+. Iran e Venezuela hanno aumentato i flussi in vista di sanzioni più severe. Gli Stati Uniti stanno attualmente producendo livelli record e si prevede che saranno la principale fonte di crescita dell’offerta nel 2025, seguiti da Canada, Brasile e Guyana. Sono queste le principali evidente dell’Oil Market Report redatto dall’Iea.
Petrolio, a febbraio balzo di 240 kb/d nella produzione
Mentre l’effettivo incremento dell’offerta derivante dal graduale scioglimento dei tagli alla produzione dell’Opec+ ad aprile, potrebbe finire per essere inferiore all’aumento nominale di 138 kb/g, l’offerta globale di petrolio è già in aumento anche sotto la spinta della produzione kazaka. Allo stesso tempo, l’aumento dagli otto membri dell’Opec+, che hanno aderito ai tagli volontari concordati a novembre 2023, potrebbe essere inferiore a 50 kb/g, poiché solo l’Arabia Saudita (e in misura molto minore l’Algeria) hanno spazio per aumentare la produzione fino ai nuovi obiettivi. Gli altri membri, che hanno aderito all’accordo, hanno prodotto collettivamente in eccesso di 1,2 mb/g a febbraio, secondo le stime dell’Iea.
I prezzi di riferimento del petrolio greggio sono scesi a febbraio e all’inizio di marzo. Le tariffe degli Stati Uniti proposte su Canada e Messico, che entreranno in vigore l’1 aprile, potrebbero avere un impatto sui flussi e sui prezzi dei due Paesi che hanno rappresentato circa il 70% delle importazioni di greggio degli Usa lo scorso anno. Nel frattempo, l’ultimo ciclo di sanzioni contro Russia e Iran non ha ancora interrotto in modo significativo i carichi, anche se alcuni acquirenti hanno ridotto gli acquisti.
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Iea: “Troppo presto per valutare impatto sulle prospettive di mercato”
In merito alle condizioni macroeconomiche che sostengono le proiezioni sulla domanda di petrolio, i nuovi dazi statunitensi, uniti alle crescenti misure di ritorsione, secondo l’Iea fanno pendere i rischi al ribasso: “I recenti dati sulla domanda di petrolio hanno deluso le aspettative e le stime di crescita per il 4° trimestre 2024 e il 1° trimestre 2025 sono state leggermente declassate a circa 1,2 mb/g, con dati sia per i mercati avanzati che per quelli in via di sviluppo inferiori alle proiezioni” si legge nel report.
I rischi per le prospettive di mercato restano però diffusi e le incertezze sopravanzano. I bilanci correnti suggeriscono che l’offerta globale di petrolio potrebbe superare quest’anno la domanda di circa 600 kb/d. Se l’Opec+ estendesse l’annullamento dei tagli alla produzione oltre aprile, senza frenare l’offerta dei membri che attualmente producono in eccesso rispetto ai loro obiettivi, altri 400 kb/d potrebbero essere aggiunti al mercato: “Allo stesso modo, la portata e la scala delle tariffe rimangono poco chiare e, con i negoziati commerciali che proseguono a ritmo serrato, è ancora troppo presto per valutare l’impatto sulle prospettive di mercato”.
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Cina: raggiunto il plateau nell’uso di carburanti derivati da petrolio
Un discorso a parte merita la Cina. Mentre l’economia cinese e il settore dei trasporti nazionali subiscono trasformazioni significative, la domanda dei carburanti derivati dal petrolio, tra cui benzina, carburante per aerei e diesel, è diminuita marginalmente nel 2024. Inoltre, il consumo combinato di questi carburanti, pari a quasi 8,1 milioni mb/d, è stato inferiore del 2,5% rispetto ai livelli del 2021 e solo di poco superiore a quelli del 2019. Con l’economia cinese nel suo complesso che sta passando dalla produzione alla crescita basata sui servizi e con l’adozione di veicoli elettrici in espansione nel settore dei trasporti, i dati suggeriscono che l’uso della combustione del carburante, derivato dal petrolio, “ha già raggiunto un plateau e il potenziale di crescita futura potrebbe essere molto limitato” osserva l’Iea.
Se la domanda complessiva di petrolio in Cina continua ad aumentare, questa è dominata dalle materie prime petrolchimiche, che vengono convertite in materie plastiche e fibre anziché essere bruciate come combustibili. La domanda per questi utilizzi è aumentata di quasi il 5% nel 2024, con l’entrata in funzione di nuovi impianti, una tendenza che dovrebbe continuare nei prossimi anni.
Un plateau nella domanda di carburanti è giudicato “significativo e insolito”, perché “si sta verificando in un paese a medio reddito che continua a registrare una robusta crescita del Pil”. Date le dimensioni della sua economia, il Paese utilizza relativamente poco carburante rispetto ai Paesi ad alto reddito. La domanda cinese per i prodotti combinati rimane inferiore alla domanda statunitense della sola benzina. In confronto, l’uso di carburante in altri importanti mercati emergenti continua a salire, con i consumi di India e Brasile in crescita di circa il 4% lo scorso anno.
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