Environmental Protection FinanzaIl cambiamento climatico e i rischi ambientali possono avere importanti implicazioni per la stabilità finanziaria, un fatto che banche e Unione Europea non possono ignorare. Le banche europee hanno intrapreso un percorso virtuoso, volto al sostegno concreto delle politiche dell’UE per un sistema finanziario più sostenibile.

L’impegno per il green finance si traduce nell’attivazione di diverse iniziative e programmi sia individuali a livello di singolo Paese e/o di singola banca, che collettive. In tal senso, si inquadrano i lavori del Sustainable finance working group avviato dalla Federazione Bancaria Europea nel marzo 2017 alla quale ABI Lab, il Consorzio promosso dall’associazione Bancaria italiana, aderisce. Giorgio Recanati e Francesca Rosati, entrambi Senior Research Analyst ABI Lab illustrano su Canale Energia i punti salienti delle azioni in essere in Europa.

Il rapporto “Towards a Green Finance Framework1

Il primo anno di lavori del working group “Sustainable Finance” si è tradotto nella stesura del rapporto “Towards a green finance framework1″ , dal quale emerge il posizionamento e l’impegno delle banche europee sui diversi temi legati allo sviluppo di una economia sostenibile che coinvolge le diverse attività bancarie ed evidenzia gli ostacoli per il comparto nel  sostenere le attività green e la sostenibilità in generale.

I temi di confronto in Europa

E’ stata definita come attività “abilitante” per avviare un processo di “green finance”  la necessità di individuare un sistema di classificazione (tassonomia) degli asset “sostenibili”. In questo modo è possibile comprendere tutte le definizioni ad oggi esistenti ed “accettabili” circa il temine “sostenibilità” al fine di poter identificare correttamente imprese e progetti green ed i prodotti finanziari ad essi dedicati. .

Altro concetto significativo è il “fiduciary duty” esteso anche al fattore di sostenibilità. Il dibattito in sede europea mostra la necessità di stabilire un unico insieme di principi del “dovere fiduciario” e dei concetti relativi alla “fedeltà” e alla “prudenza”.

Ampliare la rendicontazione è un ulteriore aspetto per cui si sottolinea l’esigenza di rafforzare la rappresentazione e la divulgazione delle informazioni maggiormente rilevanti da parte delle imprese e delle istituzioni finanziarie sulle questioni di sostenibilità. In merito a questo tema, nel 2014, l’Unione Europea ha emanato la Direttiva 2014/95/UE sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario da parte di imprese e gruppi di grandi dimensioni (recepita in Italia dal D. Lgs. 254/2016) che coinvolge anche numerose banche italiane. Su questo argomento si fa spesso riferimento al lavoro svolto dalla “Task force on Climate-related financial disclosures” (TCFD), avviata dal Financial stability board. Tale Task Force è nata, infatti, per aiutare a identificare le informazioni necessarie agli investitori, relative ai rischi e alle opportunità legati al cambiamento climatico. E per questo motivo ha sviluppato una metodologia volontaria per la redazione da parte delle imprese di un’informativa relativa all’impatto ambientale utile agli investitori per la comprensione dei rischi materiali derivanti dal cambiamento climatico.

Elemento che appare sempre di più rilevante è la necessità di presidiare correttamente tutti i rischi ambientali nell’attività creditizia e di investimento delle banche. Al fine di farvi fronte è allo studio l’opportunità di definire una metodologia di “Environmental and climate change screening (ECC Screening)”. In questo modo si arriverebbe a valutare ai fini del finanziamento la potenziale esposizione di imprese e progetti a fattori di rischio ambientali e di cambiamento climatico. Un approccio pensato per tutte le realtà, non solo con riferimento a quelle facilmente classificate come green (come può essere ad esempio il finanziamento di un impianto di energia rinnovabile).

I criteri di screening ECC (fattori di rischio ambientale da cambiamento climatico) si potrebbero così integrare nei sistemi di rating del credito e nei concetti di probabilità di default (PDs), come in quelli di perdita di credito legata al default (LGD) al fine di differenziare le imprese sostenibili da quelle meno sostenibili.

Elementi di sostegno per la finanza green

Un’ulteriore spinta per la finanza sostenibile potrebbe derivare dall’introduzione di elementi di sostegno per lo sviluppo di finanziamenti di progetti green. Ad esempio, il “green supporting factor” cioè una riduzione del capitale che le banche devono obbligatoriamente accantonare nelle attività di finanziamento nel caso di erogazione del credito a imprese e progetti green. Tale strumento potrebbe ricalcare il modello già ampiamente accettato a sostegno delle PMI.

Ricerca

Nell’ambito della ricerca in tema di “green finance”, è emerso l’interesse nello sviluppare maggiormente e in modo condiviso un confronto tra i parametri descrittivi dell’impatto ambientale delle imprese, con il loro rating creditizio. In questo modo sarà possibile verificare se e come le caratteristiche di sostenibilità siano correlate alle diverse variabili finanziarie (tra cui la probabilità di default).

Un’ ulteriore frontiera consiste nello sviluppare metodologie di analisi del portafoglio creditizio delle banche al fine di monitorarne la relativa “impronta ambientale”.

Le iniziative in essere

La Federazione ipotecaria europea in collaborazione con altri stakeholder europei che mirano a creare un mercato unico dei mutui ad alta efficienza energetica, sta promuovendo l’ Energy efficency mortgages action plan (EeMAP).

L’obiettivo è far sì che i futuri mutuatari siano incentivati a migliorare l’efficienza energetica dell’immobile da acquisire in ragione di condizioni migliorative applicate al mutuo. EeMAP è un progetto finanziato da fondi dell’Unione Europea che si avvia a testare una fase pilota nel 2018 per raccogliere dati dai gruppi bancari europei. Tale fase è preliminare all’elaborazione di linee guida utili a definire i mutui ad alta efficienza energetica.

Le azioni della Commissione Europea

Sui temi citati si è espressa con prime indicazioni, nel 2017, la Commissione Europea attraverso il gruppo di lavoro costituito ad hoc “High level expert group on sustanaible finance (HLEG)” dedicato a supportare lo sviluppo di una strategia europea sulla finanza sostenibile. Lo scorso 31 gennaio l’HLEG ha prodotto il report “Financing a sustainable european economy”, fornendo raccomandazioni operative, pratiche e concrete sulla base delle quali la Commissione Europea ha pubblicato l’8 marzo scorso il “Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile”.  Il Piano con le sue 10 azioni, evidenzia come l’Europa si posizioni in prima linea sui temi legati agli investimenti a basso impatto ambientale, all’uso efficiente delle risorse, all’economia circolare ed in generale alla lotta al cambiamento climatico.

1 Reperibile al link: https://www.ebf.eu/towards-a-green-finance-framework/

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