La crescita economica è sempre stata intesa come l’aumento di produzioni e consumi. Tuttavia, si tratta di una concezione che non tiene conto dell’impatto ambientale delle attività produttive. L’ultima ricerca degli economisti di S&P Global Ratings, pubblicata il 18 maggio, cerca proprio di fare luce sulle opportunità legate allo sviluppo sostenibile.
Il perseguimento della crescita economica non si traduce automaticamente in prosperità economica
“A causa di una visione tradizionale dell’economia, il capitale fisico e quello umano sono aumentati negli ultimi decenni, mentre l’opposto è accaduto al capitale naturale”, spiega Paul Gruenwald, Global Chief Economist di S&P.
Utilizzando un semplice modello bisettoriale per esaminare i trade-off tra la crescita economica e il suo impatto ambientale, Gruenwald e il suo team hanno dimostrato che una produzione maggiore non è necessariamente positiva per il mondo in cui viviamo.
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In altre parole, il perseguimento della crescita economica non si traduce automaticamente in prosperità economica, una volta preso in considerazione l’impatto sull’ambiente. Al contrario, una produzione più rispettosa delle risorse naturali può essere migliore rispetto a una crescita legata al dividendo demografico.
Il ruolo dell’innovazione tecnologica
“L’innovazione tecnologica assume un significato più ampio nel nostro modello, in quanto strumento capace di ridurre l’impronta di un’attività produttiva. La sua interpretazione classica, che lo vede come acceleratore della produttività, non è più esaustiva in un mondo alla ricerca della sostenibilità”, prosegue Gruenwald.
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La crescita verde diventa possibile quando c’è un equilibrio tra l’economia, la rigenerazione degli ecosistemi e la compensazione delle emissioni, secondo gli economisti. “Per arrivare a questo risultato, devono essere misurati tutti i costi economici e ambientali della produzione di beni e servizi”.
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