La capacità globale di produzione di energia da fonti rinnovabili deve triplicare, stando alla 25esima edizione del World Energy Markets Observatory (WEMO) di Capgemini, realizzato in collaborazione con Enerdata e Vaasa ETT. È proprio questo l’obiettivo che si sono prefissate 118 nazioni alla COP28, sabato 2 dicembre.
Il ruolo delle fonti energetiche rinnovabili
Nel 2022, grazie all’aggiunta di 340 GW, la capacità globale di produzione di energia rinnovabile ha segnato un record, e lo stesso è previsto anche per il 2023. Il WEMO rivela, tuttavia, come questa crescita sia di gran lunga inferiore ai 480 GW annui necessari per arrivare all’azzeramento delle emissioni nette nel 2050.
Analogamente, sebbene l’anno scorso gli investimenti per la transizione energetica abbiano raggiunto la cifra record di 1.300 miliardi di dollari (superando in modo significativo la spesa per i combustibili fossili), è necessario che aumentino fino a 5.000 miliardi di dollari l’anno.
Il contributo dell’energia nucleare
Per assicurare il raggiungimento della neutralità climatica, il consumo di energia elettrica dovrà quadruplicare da qui al 2050, e arrivare a essere coperto per oltre il 75 per cento da energia eolica e solare. Gli obiettivi di decarbonizzazione, secondo gli autori dello studio, non potranno essere raggiunti senza il ricorso al nucleare, la cui capacità dovrà triplicare. Stati Uniti, Francia e Regno Unito sono fra i 22 Paesi che hanno appoggiato questo obiettivo alla COP28.
Gli ostacoli da superare per accelerare la transizione energetica
“Nonostante i progressi, il mondo non ha ancora imboccato la giusta traiettoria climatica. Anche se nel 2022 gli investimenti nelle energie rinnovabili hanno raggiunto un livello record, è fondamentale accelerare questo trend, non solo per consentire l’abbandono dei combustibili fossili, ma anche per garantire una maggiore stabilità nelle forniture energetiche”, spiega Andrea Denaro, Market Segment Leader E&U & Services di Capgemini in Italia.
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“Gli sforzi necessari per garantire che le cinque grandi tecnologie energetiche verdi – eolico, solare, nucleare, batterie e idrogeno – possano raggiungere gli obiettivi fissati per il 2050 non sono affatto modesti. I principali ostacoli sono legati ai finanziamenti e alla difficoltà di adattare in modo rapido la nostra economia. Ogni decisione di investimento deve essere presa tenendo conto del suo impatto sulla sostenibilità e sulla sovranità energetica, nonché dei costi per i cittadini”, prosegue Denaro.
L’adattamento ai cambiamenti climatici per una maggiore sicurezza energetica
La transizione energetica, grazie alla sua capacità di ridurre le emissioni climalteranti, è fondamentale per mitigare il riscaldamento globale e i suoi effetti, tra cui l’aumento degli eventi meteorologici estremi. Parallelamente, avverte Capgemini, è essenziale adottare strategie di adattamento per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici.
“Le centrali termiche, compresi i reattori nucleari, necessitano di adeguamenti per far fronte a ondate di calore estreme, come quelle che si sono verificate in Europa nel 2023”, si legge nel WEMO. Lo stesso vale per le reti elettriche, che devono diventare più resistenti a fenomeni come ondate di calore o precipitazioni nevose, che possono causare una riduzione della capacità di trasporto dell’energia elettrica, danni fisici agli impianti e l’impossibilità per i consumatori di usufruire di un bene di prima necessità come l’elettricità.
“Quest’anno nel nostro osservatorio mondiale del mercato dell’energia esploriamo l’importanza di accelerare la transizione energetica gestendo al tempo stesso la sicurezza dell’approvvigionamento, la sovranità della produzione, delle attrezzature e delle risorse per garantire l’accessibilità economica dell’energia. È una sfida complessa, ma è anche un’opportunità unica per costruire un futuro più sostenibile e sicuro per tutti”, conclude Gerardo Ciccone, CPRD & EUC Director di Capgemini in Italia.
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