Nel nostro Paese l’anno scorso in fumo il triplo degli ettari del 2020

decreto legge incendiDall’analisi degli ultimi vent’anni dell’Ispra, circa la metà del territorio colpito da incendi è costituito da foreste.

I dati dell’Ispra relativi all’anno scorso

Circa 1/3 del territorio nazionale è ricoperto da foreste, si tratta di circa 8 milioni e mezzo di ettari. Di questi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021 risulta bruciata complessivamente una superfice pari allo 0,5%. Si tratta di un’estensione pari all’ampiezza del lago di Garda.

Le latifoglie sempreverdi sono tra le piante più colpite dalle fiamme (56%), seguono le latifoglie decidue, 25%, infine le aghifoglie sempreverdi 19%.

Non si tratta solo di cambiamenti climatici 

Il legame tra cambiamenti climatici e incendi è articolato. Oltre agli effetti diretti di siccità prolungata e alte temperature, vanno studiati gli effetti delle variazioni climatiche su insetti e malattie delle piante che risultano più vulnerabili e quindi rendono le coperture arboree ancora più suscettibili a incendio.

Inoltre gli effetti e i danni agli ecosistemi forestali causati dagli incendi possono accelerare i processi di perdita di biodiversità e rilascio di anidride carbonica. Tra le problematiche anche l’aumento del rischio idrogeologico, l’erosione del suolo, l’inquinamento da polveri dell’aria e dei corpi idrici.

Dal punto di vista ecologico, le foreste hanno una innata capacità di resilienza agli effetti degli incendi, ma se vasti e frequenti, possono determinare danni di lungo periodo e una perdita permanente di superficie boschiva.

Quali strumenti ci offre la tecnologia per ridurre questa calamità

Il contributo tecnologico più importante per sorvegliare efficacemente gli incendi è dato dai satelliti.

I dati sono elaborati poi dall’European Forest Fire Information System (Effis). Servizio promosso in ambito europeo all’interno del programma Copernicus – Emergency Management Services.

Su questi dati Ispra svolge un servizio di monitoraggio operativo. Per gli incendi a rilevanza nazionale, opera su proprie elaborazioni satellitari ad altissima risoluzione spaziale.

In tali circostanze, le mappe con la determinazione delle aree bruciate e dei focolai attivi vengono fornite anche a supporto del sistema di Protezione Civile Nazionale.

Ispra, infine, produce una stima annuale, su scala nazionale, regionale e comunale degli effetti dagli incendi di grandi dimensioni sugli ecosistemi naturali.

Le regioni con più incendi 

Gli incendi del 2021 hanno colpito soprattutto le terre meridionali. La Sicilia è la regione che ha registrato le maggiori porzioni di aree bruciate, circa il 3,5% della superficie complessiva regionale. Il 60% dei comuni siciliani ha avuto almeno un fenomeno incendiario.

Seconda viene la Calabria, per una superficie pari al 2,4%, con 240 comuni interessati. E’ anche la regione che nel 2021 ha subìto, in termini di superficie forestale bruciata, il maggiore impatto per incendi.

In particolare, la superficie totale di boschi colpita è  pari al 37% rispetto al totale delle aree andate bruciate. Si è trattato perlopiù di boschi di conifere, prevalentemente piantagioni.

La Sicilia è risultata la seconda regione per impatto sulle aree boschive con il 12%. Tra le coperture forestali maggiormente interessate, le latifoglie sempreverdi e le conifere.

La Sardegna è la terza più colpita in termini di aree forestali bruciate. A fronte di “soli40 eventi nel 2021 nell’Isola è bastato un unico evento per colpire  il 63% del territorio interessato da incendi. Si tratta del disastro avvenuto nel complesso forestale Montiferru-Planargia.

Si tratta dell’incendio più esteso in tutta Italia in termini di area bruciata. Ha coinvolto infatti 10 comuni. provocando ingenti danni economici e sociali e danneggiando un patrimonio colturale e ambientale di grande significato paesaggistico.

I parchi nazionali

Nelle aree protette nazionali gli effetti degli incendi del 2021 hanno interessato un’ampia porzione di ecosistemi forestali, pari al 32% del territorio in fiamme.

Nello specifico, i parchi nazionali hanno contribuito ad una potenziale perdita di copertura arborea pari a circa il 57% di tutte le aree forestali bruciate nelle aree protette italiane durante il 2021.

Uno dei parchi più colpiti è stato il parco Nazionale dell’Aspromonte. Qui è andato in fumo circa il 10% del patrimonio boschivo del parco.

Anche se in una porzione superficiale relativamente piccola, purtuttavia l’evento è risultato di grande impatto ambientale. L’incendio ha infatti attaccato due boschi vetusti: la Faggeta di Valle Infernale (patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco) e il Bosco di Acatti. Entrambi all’interno dell’area protetta.


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