196 persone sono state uccise lo scorso anno mentre si battevano per la difesa dell’ambiente. Più di un terzo degli omicidi è avvenuto in Colombia, seguita da Brasile, Messico e Honduras. A svelarlo è un report pubblicato oggi, 10 settembre, dall’ONG Global Witness.
Particolarmente colpiti i popoli indigeni
“Mentre la crisi climatica accelera, coloro che usano la loro voce per difendere coraggiosamente il nostro Pianeta vengono ripagati con violenze, intimidazioni e omicidi. I nostri dati mostrano che il numero di uccisioni rimane pericolosamente alto, una situazione semplicemente inaccettabile”, ha commentato la dottoressa Laura Furones, autrice principale del rapporto.
BREAKING 🔴
Over 2,000 land and #EnvironmentalDefenders have been murdered since 2012.
196 of these murders occurred in 2023 alone.
We demand immediate action to #DefendTheDefendershttps://t.co/lxH05ZqEye pic.twitter.com/i0Q0BS1fok
— Global Witness (@Global_Witness) September 10, 2024
Circa il 90 per cento delle vittime era di sesso maschile. Il 43 per cento apparteneva a una comunità indigena. Il numero totale di attivisti uccisi a partire dal 2012, anno in cui Global Witness ha cominciato a tenerne traccia, è salito così a 2.106.
Qualcosa di cui discutere alla COP16
Nonostante il presidente della Colombia, Gustavo Petro, abbia promesso di reprimere la violenza contro i difensori dell’ambiente, i dati suggeriscono che finora è stato inefficace. Decine di omicidi hanno avuto luogo nel sud-ovest del Paese, dove le comunità sono spesso coinvolte nel fuoco incrociato della violenza legata al traffico di droga e alla coltivazione della coca, secondo Global Witness. L’organizzazione ha esortato il governo colombiano a discutere di questo tema alla prossima COP16 sulla biodiversità, che si svolgerà nel mese di ottobre a Cali.
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L’appello di Nonhle Mbuthuma
Nonhle Mbuthuma, vincitore sudafricano del Goldman Environmental Prize e autore della prefazione del rapporto, ha dichiarato: “In ogni angolo del globo, coloro che osano denunciare l’impatto devastante delle industrie estrattive (deforestazione, inquinamento e accaparramento di terre) sono costretti a subire violenze e minacce. Ciò è particolarmente vero per i popoli indigeni, che sono essenziali nella lotta contro il cambiamento climatico, ma sono presi di mira in modo sproporzionato anno dopo anno”.
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