Nel 2020 si faranno più viaggi all’aria aperta. Complice il lockdown vissuto durante l’apice della pandemia di Covid-19, il 49% degli intervistati dell’Osservatorio sul turismo open air, di Human company e Istituto Piepoli, aspira a mete open air, soprattutto ai villaggi.
I viaggi si svolgeranno in Italia, in aree di prossimità, e saranno più lente, consapevoli e sicure. La voglia di vacanze all’aperto corrisponde all’auspicio di un arricchimento personale e relazionale: per il 35% degli intervistati si tratta di persone che già oggi soggiornano in strutture all’aria aperta e per il 14% di turisti che fanno vacanze di tipo diverso. Il turista outdoor vuole avere esperienze psicologicamente gratificanti in qualsiasi acquisto e consumo/fruizione di un prodotto o servizio.
Viaggi all’aria aperta nel 2019
Sempre i dati dell’Osservatorio rivelano che il turismo open air nel 2019 ha fatturato in Italia 8,5 miliardi di euro. La ricerca offre anche uno spaccato sulle sue caratteristiche e possibili evoluzioni ai tempi del Covid-19. Lo scorso anno il 25% degli 80 milioni di viaggi è stato outdoor, soprattutto in villaggi e camping e in viaggi itineranti effettuati con caravan e simili. Le destinazioni predilette per le vacanze più lunghe, in otto casi su dieci da giugno a settembre, sono state Puglia, Toscana e Sicilia.
Il turista outdoor
Il turista che ama viaggiare all’aria aperta è soprattutto uomo (45%), ha tra i 35 e i 64 anni (53%) e si può dire il vero italiano, visto che non c’è nessun picco tra le Regioni.
Turismo sostenibile
Capitolo a parte per il turismo sostenibile. Il 75% dei rispondenti alla ricerca si dichiara propenso a una forma di turismo più sostenibile, declinato sui valori del rispetto per l’ambiente e il territorio. Anche se emerge anche sono pochissimi coloro che traducono l’interesse per la sostenibilità in comportamenti concreti. Solo il 17% è disponibile a pagare di più per una vacanza sostenibile mentre il 58% si dice probabilmente propenso. La percentuale dei turisti outdoor che nell’ultimo anno hanno viaggiato all’aperto e che mostrano una sensibilità maggiore arriva, invece, al 34%.
Effetto Covid-19 sulle vacanze 2020
L’emergenza ha già provocato una perdita del 18,5% di presenze per l’intero anno turistico (dati Istat di aprile 2020). L’indagine di Istituto Piepoli e Human company ha rilevato che il 41% degli intervistati non ha modificato i programmi di vacanza mentre il 39% ha cancellato i viaggi programmati ad aprile-maggio e il 16% ha dovuto annullare le vacanze a febbraio-marzo. Solo il 3% teme a tal punto per la propria incolumità che ha disdetto le vacanze estive.
La ricerca, giunta quest’anno alla terza edizione, è stata condotta con un metodo quali-quantitativo su un campione rappresentativo della popolazione italiana. È stato selezionato un gruppo di operatori del settore per fornire un’analisi dell’attuale mercato domestico del turismo all’aria aperta.
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