Molto c’è ancora da fare per contenere il riscaldamento globale sotto la soglia dei 2°C prevista dagli Accordi di Parigi alla COP21 dell’ONU. Basta guardare ai dati del XIII rapporto “Gli indicatori del clima in Italia” del Sistema nazionale per la protezione ambientale (SNPA): il 2017 è stato il secondo anno più secco dal 1961 ad oggi. La precipitazione cumulata media ha registrato un’inflessione del –22% rispetto alla norma e un’anomalia nell’andamento dell’umidità relativa del -5,1% se confrontata al valore climatologico normale 1961-1990.
I dati sono stati raccolti dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati climatologici di Interesse ambientale e fotografano l’andamento del clima nel 2017, aggiornando la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni nel Paese.
Alcuni dati del report
L’anomalia della temperatura media in Italia nel 2017 ha superato quella registrata a livello globale sulla terraferma: nel Bel Paese l’aumento è stato di +1,30°C contro quello mondiale di +1,20°C.
Da Febbraio ad Agosto compreso il 2017 è stato l’anno più caldo di tutta la serie storica con un’anomalia media nazionale di +2°C. Le punte di anomalia media mensile, registrate in questi mesi, hanno interessato tutto il Paese: al Centro Italia +3,82°C, al Nord +3,72°C e nel Sud e Isole maggiori +3,13°C.
Anche la temperatura superficiale dei mari italiani è stata sempre superiore ai valori climatologici normali: il mese di giugno ha registrato un picco di anomalia di +2,2°C collocando il 2017 al sesto posto dal 1961.
Come cambiano le stagioni
Le deviazioni della media climatologica sono state molto differenti tra le stagioni. La primavera (+2°C) e l’estate (+2,8°C) sono state al secondo posto tra le più calde della storia. In estate, in particolare, circa un quarto delle stazioni della rete sinottica nazionale ha superato i valori record: in 8 si è “valicato il confine” dei 40°C. In inverno e in autunno la temperatura media è stata debolmente superiore ai valori stagionali di riferimento 1961-1990; la stagione invernale, nello specifico, ha registrato un’anomalia tra le più deboli degli ultimi 10 anni per numero di giorni con gelo.
Umidità e precipitazioni
Fino al mese di novembre 2017 il Paese ha registrato una media nazionale delle precipitazioni più bassa dell’intera serie storica: fino a -70% sulle regioni nord-occidentali e sul versante tirrenico con -50% in estate (seconda più secca dopo il 1985) e -35% in primavera (terza più secca dopo il 1997 e il 2003).
Il record di giorni asciutti consecutivi, cioè con precipitazione inferiore o uguale a 1 mm, è stato registrato nella Sicilia occidentale, fino a 158, e nella Sardegna sud-orientale, da 120 a 130. Il picco si è avuto nelle Isole e in Toscana: 343 giorni a Capo Carbonara (CA), 340 a Capo Bellavista (NU), 339 a Catania Fontanarossa e 330 in alcune località della Maremma.
Eventi estremi di precipitazioni intense di brevissima, breve e media durata – comunemente definite “bombe d’acqua” – hanno registrato valori più elevati l’11 dicembre in provincia di Genova con 469 mm a Cabanne. Le massime precipitazioni orarie sono avvenute il 10 settembre in provincia di Livorno con valori di circa 120 mm/ora e in provincia di Roma con 110 mm/ora.
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