Mercato elettrico e mercato gas dovrebbero camminare sempre più vicini per contribuire a raggiungere gli obiettivi del Pnrr. È quanto emerge dal webinar Country spotlight Italy: The implementation of energy policy in the Italian electricity and gas market, lo scorso 26 maggio, organizzato da Enlit e Smart energy international di cui Gruppo Italia Energia con le sue testate Canale Energia, Ch4 e Quotidiano Energia è country media partner per l’Italia, luogo in cui si terrà a novembre l’edizione 2021 fisica di Enlit.
Una vicinanza che, in Italia, per realizzarsi deve superare alcuni ostacoli come la velocità nelle autorizzazioni e chiarezza sul lungo termine del market design con regole durature e contratti di lungo termine, magari supportati da Ppa e storage.
“Lo scenario italiano del Pnrr prevede che avremo bisogno di aumentare l’incremento della produzione energetica con le rinnovabili rispetto a quanto possiamo fare con l’efficienza energetica nei prossimi 10, 20 anni” spiega Massimo Beccarello, direttore energia e ambiente di Confindustria intervenuto alla giornata “perché in questo settore vedo maggiori margini di crescita rispetto all’efficienza energetica”.
Per sviluppare le rinnovabili però “Abbiamo molti problemi nelle autorizzazioni degli impianti e credo che questo sia l’ostacolo maggiore per il nostro Paese per vincere la sfida del comparto” sottolinea Beccarello, “serve rivedere il sistema delle reti nazionali e lo stesso mercato dell’energia. È necessario anche cambiare la piattaforma di interscambio”. Un problema “comune in Europa per poter avere un prezzo di lungo termine di energia per gli investitori. Dobbiamo infine riconoscere che nel mercato energetico c’è un altro player centrale che è il gas”. Per questo diventa centrale pensare a come integrarlo nel mercato in quanto contribuisce alla produzione di energia.
“Dobbiamo più che duplicare la nostra attuale produzione di energia da rinnovabili per restare nel target” rimarca Alessio Cipullo, capo affari tecnici di Elettricità Futura. “Abbiamo inoltre valutato che gli effetti del Green deal li sentiremo per il 50% nel settore della generazione, il 30% su network e reti ma ci sarà anche un 20% dedicato agli storage di energia che rappresenteranno un abilitatore chiave della transizione”. Uno scenario che ai dati attuali, con le problematiche illustrate risulta molto sfidante. Per velocizzare il comparto servirebbe anche aumentare la digitalizzazione delle procedure, “In questo contesto l’idrogeno svolgerà un ruolo importante ma dobbiamo tenere a mente la timeline di questo carburante che credo sarà usato soprattutto nel settore elettrico” aggiunge Cipullo.
“Dobbiamo preparare un modello di mercato per introdurre i Ppa nel comparto rinnovabili” rimarca Alberto Pinori presidente di Anie rinnovabili tornando al tema del modello. Si tratta di una transizione ecologica e industriale che produce posti di lavoro oltre che garantire le abitudini di consumo energetiche a cui la nostra società si è abituata, spiega Pinori.
“L’infrastruttura del gas svolgerà un ruolo chiave nella decarbonizzazione” prosegue Ruggero Bimbatti, capo dello sviluppo di asset Italgas. “Sia per lo sviluppo del green gas sia per l’idrogeno o biometano, inoltre questa infrastruttura è in grado a ottimizzare la resa delle rinnovabili come storage”.
“L’Italia soffre il pancake effect cioè la stratificazione di costi sul prezzo dell’energia. Un tema è il costo della logistica” per quanto evidenzia Giuseppe Viscardi, a capo degli affari regolatori del gas, Gnl & regolazione finanziaria di Eni rappresentante di Anigas, “dal 2020 l’Arera ha rivisto questo sistema di costi riuscendo a contenerlo. A questo si sono sommati altri due effetti: un’altra riforma del sistema regolatorio con l’entrata dell’Gnl e l’avvio del flusso di gas dal Tap”.
“Il gas può supportare il sistema elettrico facendo le veci del carbone” rimarca Alfredo Camponeschi, capo energia e commodity per l’Italia di Enel “per questo stiamo studiando come convertire le nostre centrali a carbone con quelle a gas”. Scelte importanti che necessitano di chiarezza regolatoria e una stabilità di mercato, sottolinea Camponeschi, in linea con le richieste dei diversi comparti industriali intervenuti alla giornata.
“Per raggiungere i target europei non stiamo facendo abbastanza” spiega Fabio Bulgarelli, di Anie Reti “mi riferisco anche alle applicazioni di elettrificazione nelle case e nella mobilità. Per farlo serve avere chiaro che l’obiettivo finale è il 2050 quindi un radicale cambiamento del sistema delle reti. Ci stiamo avvicinando sempre di più a queste scadenze lentamente. Per questo serve una road map definita con riferimenti e scadenze chiare e univoche”.
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