Un neutrino caratterizzato da altissima energia ha viaggiato nel cosmo ed è arrivato nel Mare Mediterraneo. Lì il 13 febbraio 2023 è stato intercettato dal rilevatore ARCA del telescopio sottomarino per neutrini KM3NeT. Si tratta di una struttura sommersa più alta della torre Eiffel per avere una idea e che è in grado di intercettare grazie a queste sfere dotate di diverse lenti e connesse tra loro con fibra ottica ed energia questa particella.
Si tratta di un di neutrino di energia stimata di circa 220 PeV (220 milioni di miliardi di elettronvolt). “Si tratta del neutrino più energetico rilevato fino ad ora ed è situato in una regione da cui ci si aspetta di trovare neutrini, ma non sono stati ancora rilevati” spiega a Canale Energia, il video a seguire, Rosa Coniglione, dell’INFN e vicecoordinatrice collaboratore KM3NeT incontrata ieri 12 febbraio in occasione dell’evento internazionale tra le tre sedi europee di ricerca di coinvolte che ha visto oltre al INFN il CNRS francese e il Nikhef olandese. “Di questo neutrino siamo stati in grado di rilevarne l’energia e la regione di provenienza. Ancora non siamo in grado di dire qual è la sua origine”. Il prossimo passo è trovare nuove risposte.
“Si tratta di un nuovo capitolo per l’astronomia” come lo definisce Paschal Coyle ricercatore del CNRS dei cui frutti speriamo di assistere presto.
KM3NeT, in fondo al mare per studiare l’universo
Il KM3NeT è parte di una struttura di ricerca italiana e internazionale ma con una forte connotazione meridionale, come sottolinea con orgoglio Giacomo Cuttone, INFN e responsabile nazionale del progetto. Nel complesso la collaborazione sul progetto riunisce 360 scienziate e scienziati, ingegneri, tecnici e studentesse e studenti, di 68 istituzioni provenienti da 21 paesi del mondo.
L’idea di realizzare un telescopio sottomarino è in realtà del secolo scorso. Da li è stata studiata e scelta un’area a largo della Sicilia e come base il porto più prossimo a Capo Passero. Ora il sito si è ampliato con un secondo sito di integrazione a largo di Catania.
Si tratta di un centinaio di km di cavi marini e fibre ottiche in grado di intrappolare informazioni. I diversi elementi di ARCA sono posti a 3450m di profondità a circa 80km dalla costa di Capo Passero. Gli elementi che lo compongono sono i Digital Optical Modul (DU) e sono alti 700m e ancorati al fondale marino. Al loro interno ci sono 18 moduli oculari digitali composti da 31 fotomoltiplicatori. Nella configurazione finale Arca sarà composta da 230 unità DU. Questi elementi sono sincronizzati all’interno del miliardesimo di secondo grazie al “White Rabbit” così si chiama la tecnologia brevettata.
Il Bianconiglio insomma ci sta portando come alice in un mondo meraviglioso in cui abbiamo i primi strumenti per studiare l’essenza dell’universo.
Non solo neutrini anche scosse telluriche..
Il centro del INFN in Sicilia intende crescere e sta investendo così i fondi ottenuti grazie al PNRR. Un ragionamento he ha puntato a investire “su qualcosa che rimanga” come le infrastrutture di frontiera “in grado di portare la leadership della ricerca italiana su queste tematiche” spiega Marco Pallavicini vicepresidente INFN. Da qui diventa possibile studiare i neutrini come interagiscono con l’acqua. “Il terzo elemento che vogliamo mettere in campo sono le onde gravidazionali che ci permette di avere una visione del cosmo e degli strumenti che lo regolano in maniera precisa”.
Insomma “Con questo investimenti abbiamo potenziato tutti i nostri laboratori a terra” spiega Cuttone. Lo scopo è avere il km cubo di rilevazione attivo in Sicilia e in Sardegna.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.