L’opportunità della decarbonizzazione per i posti di lavoro

Presentate online le stime del Report realizzato dalla Fondazione Ecosistemi per conto di WWF Italia

Relatori Evento Wwf
Presentazione online Rapporto realizzato da Fondazione Ecosistemi per WWF Italia, i relatori

Per raggiungere in Italia un sistema elettrico decarbonizzato entro il 2035 sarà necessaria una sostanziale accelerazione degli investimenti in tecnologie di generazione elettrica a basse emissioni. Un report della Fondazione Ecosistemi realizzato per conto di WWF Italia, presentato il 12 novembre, proietta al 2035 una stima degli impatti economici e occupazionali per un sistema elettrico italiano decarbonizzato nel 2035.

All’incontro sono intervenuti Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi, Michele Governatori, responsabile Power & Gas presso ECCO Climate; Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia, WWF Italia.

L’obiettivo del rapporto è di monitorare gli investimenti, le ricadute occupazionali ed economiche della decarbonizzazione al 2035, secondo quanto dettagliato in un precedente documento di ECCO Climate, che valuta le politiche necessarie a questo scopo, dimostrando che esiste un percorso di transizione plausibile verso un settore elettrico prossimo allo zero entro il 2035. Per raggiungere questo, però, sarà necessario accompagnare gli investimenti dedicati allo sviluppo di generazione elettrica variabile, con la diffusione di un portafoglio diversificato di soluzioni.

La transizione energetica e lavorativa

Lo studio del WWF indaga sul ciclo di vita di due diverse aree collegate tra loro: quella relativa alle reti e quella relativa agli impianti di produzione. A questo scopo sono state considerate otto filiere produttive: reti con linee aeree, reti con linee sottomarine, solare fotovoltaico a terra, solare fotovoltaico su tetto, eolico onshore, eolico offshore, biomasse, idroelettrico.

Le stime per le due diverse aree di indagine sono state realizzate a partire da due ipotesi di base: per le reti, il presupposto è che, secondo i Piani di Sviluppo di Terna, gli investimenti più importanti per il sistema elettrico vengano realizzati entro il 2035. Per gli impianti, invece, l’ipotesi parte dal fatto che le installazioni per giungere ai target di potenza istallata siano concentrate entro il 2030.

In entrambi i casi, sia per le reti che per gli impianti, vengono fornite tre indicazioni sugli impatti occupazionali, espressi in ULA (quantità di lavoro prestata nell’anno da un occupato a tempo pieno): a) l’occupazione temporanea per i lavoratori impiegati in attività di realizzazione delle reti, infrastrutture, impianti FER; b) occupazione temporanea per i lavoratori impiegati in attività d’installazione; c) occupazione permanente per i lavoratori impiegati durante tutto il ciclo di vita di un asset (manutenzione degli impianti o delle infrastrutture).

Proiezioni economiche e occupazionali

Per quel che riguarda gli aspetti economici, sono state calcolate: stime di spesa in conto capitale, stime di spesa per costi di esercizio, stime di spesa degli impatti diretti e indiretti.

La stima degli investimenti – comprensivi di impianti FER, reti e infrastrutture – ammonterebbe a 192,2 miliardi di euro, mentre i costi di esercizio, presi in considerazione solo fino al 2035 e non lungo tutto il ciclo di vita, ammonterebbero a 31,2 miliardi di euro. Ma gli impatti economici complessivi, diretti e indiretti, della decarbonizzazione dell’intero sistema elettrico al 2035, ammonterebbero a 399,3 miliardi di euro.

Slide 10 Impatto Economico
decarbonizzazione sistema elettrico: spese e impatti economici

Rispetto gli aspetti occupazionali, il rapporto prende in considerazione tre scenari:

  • gli occupati legati alla decarbonizzazione del sistema elettrico al 2035 (espressi in ULA) sono stimati a un totale di 117.729, ripartito nei tre settori delle produzione impianti (7.400), installazione (59.404) e manutenzione (50.925);
  • gli occupati suddivisi per filiere, sono così ripartiti: solare fotovoltaico 57.484 (54,9%); infrastrutture e reti 12.094 (10,8%); eolico a terra 10.713 (10,3%); eolico offshore 10.511 (10,2%); solare fotovoltaico su tetto 9.651 (9,1%); impianti biomassa 2.983 (3,2%); idroelettrico 1.247 (1,3%).
  • Gli occupati durante il ciclo di vita degli impianti e delle reti sono stimati a 1.362.145, di cui 1.168.004 in Italia.

 

Slide 7 Decarbonizzazione Elettrico Al 2035
Decarbonizzazione Sistema elettrico: occupati al 2035

Quanti posti di lavoro ci farà perdere il cambiamento climatico?

Il lancio del Report si inserisce in un momento particolarmente delicato: la COP29 in Azerbaijan si apre in un contesto internazionale segnato da conflitti e avviene a ridosso della rielezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Non proprio una buona notizia per il clima: il presidente eletto è sempre stato scettico sulle tematiche ambientali e, durante la campagna elettorale, aveva dichiarato l’intenzione di lasciare gli accordi di Parigi, revocare le norme ambientali di Biden, favorire la produzione e l’export di combustibili fossili.

E’ solo di pochi giorni fa la notizia sui nuovi dati dell’agenzia meteorologica europea Copernicus Climate Change Service, secondo cui il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura globale annuale pari a +1,55 gradi rispetto all’era pre-industriale. Questo evidenzia che livelli annuali oltre la soglia stabilita aumentano la probabilità di eccedere il limite concordato a Parigi.

Come ha commentato ad apertura dell’incontro Mariagrazia Midulla, in partenza per Baku, “la transizione è doverosa per far fronte al cambiamento climatico”. La responsabile Clima e Energia di WWF Italia ha poi continuato ricordando che, per i paesi del Mediterraneo, superare 1.5°C significa un rischio maggiore, e che in cima alla lista c’è proprio l’Italia. Infine, non ha dimenticato di sottolineare il legame con l’alluvione in Spagna.

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“Il cambiamento climatico vuol dire anche perdita di posti di lavoro. Tutte queste cose non vengono mai messe sulla bilancia. Nel contempo, però, non si mettono sulla bilancia neanche le opportunità. E l’opportunità di avere 100% di rinnovabili al 2035 non è un’invenzione del WWF. Era contenuta nel comunicato finale del G7 solo due o tre anni fa, in piena crisi del gas. Allora, si diceva, dobbiamo assolutamente tendere ad avere il settore elettrico completamente decarbonizzato nel giro di dieci anni. Questo corrisponde a quello che ci dice la comunità scientifica: bisogna accelerare”.


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Consulente e ricercatrice freelance in ambito energetico e ambientale, ha vissuto a lungo in Europa e lavorato sui mercati delle commodity energetiche. Si è occupata di campagne di advocacy sulle emissioni climalteranti dell'industria O&G. E' appassionata di questioni legate a energia, ambiente e sostenibilità.