Le ondate di calore in Italia e i rischi per la popolazione, a partire dai bambini

Nel 2020, nel nostro Paese, i minorenni esposti a un’alta frequenza di ondate di calore ammontavano a 6,1 milioni: nel 2050 saliranno a 9-10 milioni, avverte l’Unicef.

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Foto di Tomek Baginski/Unsplash

Con un’anomalia media di +1,23 °C rispetto al valore climatologico 1991-2020, il 2022 in Italia è risultato l’anno più caldo dal 1961. A rivelarlo è il rapporto sul “Clima in Italia nel 2022”, redatto solitamente dall’Ispra e pubblicato quest’anno, il 20 luglio, dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).

Caldo e siccità, le parole chiave del 2022 italiano

Tutti i mesi dello scorso anno, tranne marzo e aprile, sono stati più caldi della media. Il 2022, inoltre, è stato l’anno meno piovoso dal 1961, con un decremento del 22 per cento rispetto alla media climatologica 1991-2020 e precipitazioni inferiori alla norma (-39 per cento) da gennaio a luglio. Le anomalie sono state più marcate al nord, seguito dal centro e da sud e isole.

Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: si stima per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm, che rappresenta il minimo storico dal 1951 ad oggi. L’inverno è stato caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni.

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Importante tutelare la salute dei bambini

L’Italia non è l’unico Paese che si sta trovando a fronteggiare condizioni di caldo sempre più estreme. Secondo le stime dell’Unicef, 559 milioni di bambini sono esposti a un’alta frequenza di ondate di calore in tutto il mondo. Entro il 2050, la cifra supererà i due miliardi. Più i bambini sono esposti a ondate di calore, maggiori sono le probabilità che contraggano problemi di salute, comprese malattie respiratorie croniche, asma e patologie cardiovascolari. La situazione peggiorerà in modo particolare nelle regioni settentrionali, a partire dall’Europa.

“L’Italia si trova nella cosiddetta zona hotspot del Mediterraneo, cioè tra le aree che si riscaldano più rapidamente rispetto all’aumento della media globale. Nel nostro Paese, nel 2020, erano 6,1 milioni i minorenni esposti a un’alta frequenza di ondate di calore: nel 2050 saranno 8,7 in uno scenario a basse emissioni, 9,7 in uno scenario a emissioni molto elevate”, spiega Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia.

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L’organizzazione chiede che il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici di cui l’Italia si sta dotando, preveda misure volte a tutelare la salute e i diritti dei bambini.


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