Erano gli anni Sessanta quando il comasco Antonio Ratti, fondatore dell’omonimo Gruppo tessile, stampava e diffondeva tra i propri dipendenti un giornale che indagava e illustrava l’impatto sul territorio delle acque di scarico delle industrie di settore. Già in quegli anni ritenuto un elemento di produttività e, al contempo, un problema di stampo sociale. La pubblicazione terminò negli anni Settanta contrassegnando la fine di un’iniziativa a servizio dei dipendenti, un opuscolo che racchiudeva sia notizie d’attualità che informazioni sul mondo della moda e sullo stile da adottare dentro e fuori l’ufficio.

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L’installazione alla mostra “Arabesques, Antonio ratti il tessuto come arte”

Questa attenzione all’impatto ambientale del comparto produttivo non si è persa. Il respiro d’avanguardia è confluito nella volontà di crescita nel rispetto del territorio e di integrazione della sostenibilità nel business model aziendale. L’eredità di Antonio Ratti vive nel primo bilancio di sostenibilità e rappresenta il risultato di un processo, iniziato nel 2011, attraverso il quale l’azienda ha voluto rendere pubbliche le proprie scelte, le attività svolte e i risultati raggiunti. Il testo, obbligatorio per un’impresa quotata in borsa, è un documento che va oltre l’esplorazione della situazione economica, raccontando anche l’impatto sociale ed ambientale.

“Nel 2012 uno dei primi investimenti ha riguardato l’installazione nella sede di Guanzate (dove nel 1958 è stata trasferita la produzione ndr) di un impianto fotovoltaico”, spiega Arianna Valsecchi, Responsabile certificazioni. Nel 2017 sono stati prodotti circa 825.923 kWh, in aumento di 7.477 kWh rispetto all’anno precedente, con 58.230 kWh immessi nella rete nazionale e 310 ton di CO2 evitate all’atmosfera.Tab1RattiPer efficientare la produzione dal 2013 sono stati investiti oltre 20 milioni di euro sul recupero di calore e sul minor utilizzo delle acque. Nel 2017 è stato registrato un incremento dei consumi energetici – del 4,96% per il metano e del 1,44% per l’elettricità – a fronte di un aumento di produzione del 15,08%. Complessivamente, un risparmio di energia elettrica dell’11,85% e di gas dell’8,79% per metro di tessuto prodotto.

Risultati ottenuti grazie, soprattutto, all’ammodernamento dei macchinari di produzione nella fabbrica e nel sito produttivo oltre che la revisione dei cicli produttivi. “Un esempio concreto è rappresentato dal fatto che si è proceduto all’installazione di un impianto per il recupero del calore dai fumi del reparto di vaporizzo, in questo modo si viene a recuperare il calore degli effluenti gassosi per preriscaldare l’acqua in ingresso delle macchine di lavaggio”, prosegue la Valsecchi. I sistemi di recupero calore sono stati applicati anche al processo di lavaggio, per scaldare le acque di carico in ingresso e di reintegro nelle vasche con il calore delle acque reflue, nel reparto di finissaggio oltre che nella centrale termica, dove il calore recuperato viene adoperato nelle fasi produttive o nel riscaldamento del magazzino dei semilavorati. Anche l’aumento modesto dei consumi idrici è stato accompagnato da una più decisa crescita di produzione, con una riduzione dei consumi di acqua per metro di tessuto del 5,96%.Tab3Ratti

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La scelta di concentrare i propri sforzi su una Collezione responsabile di 23 articoli, presentata nel 2017 a Parigi durante la fiera Prèmiere Vision, riflette la sperimentazione sulla ricerca di lavorazioni e stampe sofisticate, vista la mole di produzione annuale di oltre 4 milioni di metri di tessuto. Inoltre, si muove in armonia con le certificazioni che Ratti ha acquisito nel corso degli anni a tutela del patrimonio di creatività ed artigianalità dell’azienda: la ISO14001 per la tutela ambientale, la SA8000 per la responsabilità sociale e la OHSAS 18001 per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Tab4RattiParticolare attenzione è stata dedicata alla presenza di sostanze chimiche nocive: il Gruppo Ratti si è allineato all’Oeko-Tex Standard 100 e al marchio Seri.co. Il settore tessile è, infatti, il secondo più inquinante a livello mondiale dopo il petrolchimico e rispettare alcuni standard o impegni di stampo nazionale e internazionale permette di orientarsi in un mondo in cui è difficile distinguere quali siano le materie prime di qualità. Sui prodotti chimici sono stati promossi investimenti per rivedere le ricette di lavorazione delle fasi produttive, un “lavoro importante ad esempio è stato fatto per ridurre lo spreco nel processo di purga”, precisa la responsabile. D’altra parte, per ottenere la conformità al Seri.co “abbiamo promosso un lavoro di valutazione dei rischi e di analisi a campione” cui è stata affiancata la raccolta delle dichiarazioni dei fornitori conformi alla certificazione e allo ZDHC, un committment firmato da alcuni grandi brand anche del lusso. In merito alla qualità delle acque reflue, es. valori di tensioattivi, nonostante il lavoro condotto per la riduzione dei volumi di acqua, le concentrazione non sono aumentate, come dimostrano i controlli effettuati da laboratori esterni (sia in ottemperanza alla autorizzazione unica ambientale sia in relazione al consorzio di depurazione): “Eravamo spaventati, ma avendo condotto questo lavoro sull’uso di prodotti chimici siamo riusciti a garantire la qualità delle acque”, commenta soddisfatta la Valsecchi.

L’impegno verso la sostenibilità e il legame con il territorio e i suoi abitanti sono due punti fermi per Ratti. Il coinvolgimento del personale, poi, è stato un elemento imprescindibile per il raggiungimento di determinati traguardi. La progressiva adozione dei mezzi aziendali elettrici e l’incentivo per il car pooling aziendale si sono affiancati all’incremento della raccolta differenziata: “I buoni risultati sono possibili se tutti i dipendenti vengono responsabilizzati”, conclude la Responsabile. Inoltre, in azienda sono stati installati pannelli informativi per la sensibilizzazione su diversi temi – rifiuti, aria, consumi energetici e acqua – oltre che monitor nelle aree break, le bottigliette di plastica in mensa sono state rimpiazzate dai boccioni di acqua.

Il lavoro futuro seguirà i principi dell’economia circolare: individuare e ridurre le fasi di maggior produzione dei rifiuti e concentrare la ricerca sul recupero delle fibre tessili residuali.

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Fonte infografica Rapporto di sostenibilità del Gruppo Ratti.


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