La scuola di management del Polimi presenta il rapporto Circular Economy 2022 Energy&Strategy

Stando all’indagine condotta dall’E&S su sette macro-settori dell’economia italiana, sono salite al 57% le imprese che hanno adottato almeno una pratica di circolarità. Mentre gli irriducibili sono scivolati al 27%. Cresce anche l’interesse della finanza sostenibile, che ha messo a disposizione prodotti e strumenti per oltre 30 miliardi di euro.

Transizione energeticaL’indagine del Politecnico milanese

Il rapporto Circular Economy 2022 dell’Energy&Strategy della scuola di Management del Politecnico di Milano pubblicato il 13 dicembre, sottolinea come l’Italia nel 2021 ha risparmiato oltre 14,4 miliardi di euro grazie all’adozione efficace di pratiche manageriali di economia circolare. Di fatto sono state utilizzate meno risorse ed è stato esteso il ciclo di vita utile dei prodotti nei sette macro settori oggetto d’indagine.

Una cifra che tuttavia rappresenta solo il 14% circa di quanto sarebbe possibile risparmiare entro il 2030 se la l’economia circolare venisse applicata nella sua totalità. Oltre 103 miliardi di euro all’anno, cui dobbiamo aggiungere quasi 1,9 MtCO2 di emissioni in meno. Il 45% dalle costruzioni, il 21% dalla ristorazione, il 20% dall’automotive.

Davide Chiaroni, responsabile della ricerca e vicedirettore dell’E&S, spiega: “È lecito essere ottimisti: questo Osservatorio vuole avere uno sguardo ‘di lungo termine’ e cogliere tutti i segnali della transizione verso un sistema economico più responsabile nella produzione e nel consumo”.

La situazione migliora ogni anno

Per la prima volta, infatti, ha superato la metà, al 57% dal 44% del 2021, la quota di imprese intervistate dall’Osservatorio che ha adottato almeno una pratica di economia circolare. Tra queste praticamente tutto il comparto tessile e della ristorazione con l’80% o più. Gli irriducibili, quelli che non vogliono saperne nulla, sono scesi infine al 27%.

Inoltre, è salita al 61% la parte di aziende che ha investito significativamente, rispetto alla propria taglia, in questo nuovo paradigma e che in più di metà dei casi stima tempi di rientro inferiori o pari a 2 anni. Un miglioramento garantito anche da una diffusa presenza del sistema bancario e finanziario.

Il cui interesse verso l’economia circolare è cresciuto nell’ultimo anno al punto da mettere a disposizione oltre 30 miliardi di euro di finanziamenti per supportare la transizione.

Quali sono i vantaggi per le aziende più sostenibili

Tra i principali benefici di processo indicati dalle aziende che hanno applicato pratiche di economia circolare ci sono la riduzione dei rifiuti derivati dalla produzione e quella dell’impatto ambientale generato.

Senza dimenticare l’uso efficace di materiali riutilizzati o riciclati. Quanto ai benefici a livello aziendale, in testa troviamo lo sviluppo del brand aziendale e dell’immagine sostenibile, la creazione di progetti e prodotti innovativi e le collaborazioni con soggetti terzi per programmi di logistica inversa.

Tra i benefici economici, il più apprezzato è la valorizzazione economica degli scarti produttivi, seguita dalla crescita aziendale, dallo sviluppo di progetti e prodotti innovativi e dalla riduzione dei costi di produzione e dell’approvvigionamento dei materiali.

I limiti di un processo normativo non adeguato

Ciò che invece dissuade le aziende dall’affrontare la transizione è essenzialmente l’incertezza governativa, che non agevola nella valutazione di decisioni strategiche. Oltre ai costi e ai tempi di ritorno degli investimenti.

Dal punto di vista normativo qualcosa sta cambiando, ma si è ancora ben lontani dall’affrontare il tema in maniera complessiva e integrata, continuando a concentrare l’attenzione sul riciclo e la gestione dei rifiuti.

A giugno 2022 il Ministero della Transizione Ecologica ha definito un nuovo ordine di programmi e strumenti coerenti con la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare. Il documento si basa su tre pilastri: il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti e il PNRR. Per l’economia circolare sono previsti 2,1 miliardi di euro, il 40% dei quali destinati all’agricoltura sostenibile.


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