“Nei prossimi anni, se gli inverni dovessero essere particolarmente rigidi, la Francia prevede di dover importare energia, nonostante sia storicamente un esportatore”. Questa previsione, insieme a molte altre che andremo ad analizzare, lascia pensare che in Italia “stia per ripartire una fase di investimenti nelle fonti rinnovabili” (FER), che avrà effetti anche sullo sviluppo della rete elettrica. È quanto spiegato ieri a Roma da Stefano Conti, Affari istituzionali e autorizzazioni Terna, in occasione di un evento organizzato da ANEV ed Elettricità Futura sul “rinnovamento eolico italiano”.
Gli altri fattori che lasciano sperare in una nuova ascesa delle FER nel nostro Paese sono, ad esempio, la chiusura negli ultimi anni “di oltre 15.000 MW di impianti tradizionali” per la generazione di elettricità (cioè quelli alimentati con combustibili fossili), “gli obiettivi della nuova Strategia energetica nazionale” (SEN) e le prospettive di ripresa dell’economia nazionale. In quest’ottica secondo Conti, gli attuali 30.000 MW installati tra eolico e fotovoltaico “potrebbero essere raddoppiati”.
Per far fronte a questa crescita, però, nel caso dell’energia dal vento gli operatori puntano non solo sulla creazione di nuovi impianti ma anche sull’ammodernamento di quelli più vicini al fine vita, generalmente tra il 20° e il 25° anno di attività. Siti dove le torri eoliche più vecchie potrebbero essere sostituite con soluzioni più moderne, riducendo il numero di pale presenti ma mantenendo la potenza installata o addirittura aumentandola grazie alla maggiore efficienza delle attuali tecnologie.
Secondo i numeri presentati ieri dalla società di ricerca Elemens, un’eventuale crescita della fonte eolica in Italia capace di sfruttare al 2030 tutto il potenziale di installazioni stimato comporta la realizzazione di circa 5,3 GW di nuova capacità e 3,4 GW di rinnovamento di impianti esistenti, altrimenti dismessi. Rispetto a quanto avvenuto nel 2016, ciò determinerebbe un incremento del 75% degli occupati permanenti e un incremento medio del 35% degli occupati temporanei annuali”.
“La sostituzione di impianti obsoleti con aerogeneratori innovativi è centrale per mantenere gli attuali livelli di produzione elettrica e incrementarla di quanto le nuove tecnologie consentono”, secondo il Presidente di ANEV, Simone Togni. Dello stesso avviso il Presidente di Elettricità Futura, Simone Mori: “La fonte eolica risulta centrale nello sfidante scenario energetico delineatosi a valle dell’approvazione della SEN, motivo per il quale l’adozione di procedure di semplificazione normativa è assolutamente imprescindibile”.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.