Per la decarbonizzazione dei consumi, l’installazione delle pompe di calore elettriche al posto di generatori di vapore a gas naturale è l’intervento maggiormente realizzato nel settore industriale (24%), seguito dall’installazione di sistemi di controllo automatizzato degli impianti (18%). Altri interventi realizzati riguardano la sostituzione di forni, fornaci, essiccatori alimentati a combustibili fossili con equivalenti elettrici, sostituzione di motori a combustione interna con motori elettrici e la ricompressione meccanica del vapore.
È quanto emerge dall’indagine di settore, presentata il 15 ottobre, dalla Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia – Fire.
Aspetti generali sull’elettrificazione
Nel settore dei trasporti, la percentuale di coloro che non hanno effettuato interventi è molto più alta (58%): la maggior parte degli interventi effettuati in questo settore riguarda sostituzione di parte della flotta di veicoli aziendali con veicoli elettrici:
Nella maggioranza dei casi, la partecipazione ai progetti di elettrificazione è avvenuta in qualità di energy manager (36%), a dimostrazione che questa figura può svolgere un ruolo significativo anche nel processo di riduzione delle emissioni nelle organizzazioni in cui viene nominata. I progetti di elettrificazione, per la loro complessità, hanno tempi di ritorno generalmente lunghi, nella maggior parte dei casi superiori ai 3 anni ma inferiori ai 5: ciò costituisce indubbiamente un limite all’implementazione degli stessi.
I progetti sono spesso associati a interventi di realizzazione o potenziamento di impianti di autoproduzione dell’energia elettrica. Per il 63% dei soggetti rispondenti si è trattato di impianti fotovoltaici. In generale, i progetti di decarbonizzazione sono supportati da incentivi di varia tipologia. Quelli più usati sono il conto termico e i bonus edilizi; gli altri incentivi sono il credito d’imposta 4.0, i certificati bianchi, i bandi Pnrr, i bandi regionali, i fondi europei.
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Decarbonizzazione dei consumi: focus su biocombustibili e idrogeno
Dall’indagine si evince come i progetti di sostituzione dei combustibili fossili con altri rinnovabili siano di difficile realizzazione in tutti i settori, soprattutto in quello dei trasporti. Nel settore industriale si notano interventi in particolare per idrogeno verde, biometano e biomasse solide. Anche in questo caso le azioni rimangono limitate per motivi legati alla disponibilità delle fonti richieste e alla convenienza economica.
L’idrogeno verde, utilizzato come vettore energetico, viene prodotto nella maggioranza dei casi sfruttando l’energia elettrica da impianti fotovoltaici di proprietà. Nei casi di sostituzione di combustibili fossili con equivalenti rinnovabili, questi provengono prevalentemente dalla filiera nazionale e solo in misura minore da culture agroforestali e allevamenti integrati o di proprietà:
Più nel dettaglio, gli impieghi cui i biocombustibili o l’idrogeno verde riguardano soprattutto la cogenerazione/trigenerazione e i generatori di calore/vapore e forni di processo.
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