“Il cambiamento climatico sta avendo effetti sempre più profondi sulle nostre vite e sulle nostre economie”. Queste le parole del Ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto il 2 luglio al GET Congress di Milano.
Il commento del Ministro arriva, non a caso, dopo i nubifragi che hanno colpito Valle d’Aosta e Piemonte, fenomeni estremi che stanno diventando sempre più frequenti e più intensi a causa dell’aumento delle temperature medie globali. E mentre al nord si contano i danni delle alluvioni, gli abitanti della Sicilia sono alle prese con incendi e siccità, che stanno mettendo in ginocchio anche l’agricoltura. Per il WWF ci troviamo ormai a vivere in uno “stato di calamità climatica permanente”.
🔵Aggiornamento severità idrica in Italia
Gli Osservatori sugli utilizzi idrici segnalano severità idrica alta in Sicilia, media in Sardegna e Appennino Centrale, bassa tendente a media per Appennino Meridionale, nella norma gli altri Distretti.https://t.co/xS8mZFKvmG pic.twitter.com/OWsNeJbeGe— ISPRA – Ist. Sup. Protezione e Ricerca Ambientale (@ISPRA_Press) July 2, 2024
La strada tracciata dal PNIEC
“Accelerare la transizione energetica e migliorare le nostre capacità di adattamento sono le armi più potenti che abbiamo” per contrastare questa situazione, secondo Pichetto Fratin. “Pochi giorni fa, abbiamo inviato alla Commissione europea la versione aggiornata del PNIEC, che traccia in maniera chiara la strada che il nostro Paese percorrerà per accelerare il percorso di transizione energetica al 2030 e arrivare alla neutralità climatica nel 2050”, ha aggiunto il Ministro, sostenendo che il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) sia frutto di un “approccio realistico”, promotore della “neutralità tecnologica: elettricità rinnovabile, gas rinnovabili, ristrutturazioni edilizie, efficienza energetica” sono i pilastri su cui fa leva.
In diretta con @GPichetto dal @GETCongress https://t.co/gbWODvAozv
— canaleenergia (@canaleenergia) July 2, 2024
FER, idrogeno, nucleare e CCS
Per quanto riguarda l’elettricità rinnovabile, l’obiettivo è superare i 130 GW di potenza installata al 2030, soprattutto grazie al contributo dell’energia solare e di quella eolica. È previsto anche 1 GW di geotermia, notizia accolta positivamente da rappresentanti del settore come la società Fri-El Geo: “Il sottosuolo italiano è tra i più ricchi in Europa di fonte geotermica. Abbiamo le tecnologie e le competenze per svilupparle, ora anche un fondamentale strumento normativo che ci rappresenta”, ha commentato il direttore dello sviluppo dell’azienda.
C’è poi la volontà di continuare a investire nell’idrogeno: “Il 30 maggio – ha ricordato Pichetto Fratin – i governi di Italia, Germania e Austria hanno firmato una dichiarazione d’intenti per lo sviluppo di un corridoio che trasporti l’idrogeno fra l’Europa e l’Africa. Infine, stiamo spingendo fortemente su tecnologie come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, che ci aiuteranno a decarbonizzare i settori hard-to-abate, e sulle nuove tecnologie nucleari sostenibili, come i piccoli reattori e, nel lungo termine, l’energia da fusione. Prevediamo 8 GW di nuova potenza nucleare al 2050”.
Il ruolo dell’Italia in vista della COP29
Il Ministro ha infine ricordato come l’impegno della presidenza italiana abbia portato all’inclusione, nella Carta di Venaria firmata alla Ministeriale G7 Clima, Energia e Ambiente, di obiettivi ambiziosi come il progressivo abbandono dei combustibili fossili, a partire dal carbone. Ha ribadito che “una quota significativa del Fondo italiano per il clima verrà indirizzata ai Paesi africani e del Medio Oriente”.
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Rispondendo ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa, ha avuto modo di dare qualche anticipazione anche sulla COP29 che si svolgerà nel mese di novembre a Baku. “I rapporti fra l’Italia e l’Azerbaigian sono ottimi e c’è grande interesse da parte delle aziende italiane”. Sarà sufficiente a far sì che l’Italia, quest’anno alla presidenza del G7, spinga affinché nel trattato finale della COP venga incluso un riferimento più chiaro alla rinuncia alle fonti fossili, rispetto al “transitioning away” dello scorso anno?
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