Progettare le infrastrutture guardando alla sostenibilità dell’impianto e di ciò che lo circonda. Con questo obiettivo si costituisce l’Infrastrutture sostenibili, l’associazione italiana per la sostenibilità delle Infrastrutture. “Se vediamo il piano nazionale per la ripartenza e la resilienza le infrastrutture costituiscono uno dei temi principali per i futuri investimenti del Recovery fund che ora si chiama Next generation EU” spiega a Canale energia il suo presidente Lorenzo Orsenigo, della azienda Icmq Spa.
Il ruolo del protocollo Envision per realizzare infrastrutture sostenibili
Un aspetto che, secondo la neonata associazione, non è proprio al centro delle competenze del legislatore declinare. Per “realizzare effettivamente delle opere sostenibili” serve avere chiari specifici “criteri e metodologie”. Per questo la scelta di fondare una realtà tecnico scientifica che possa dare il suo contributo al mercato e alle istituzioni fornendo quel punto di riferimento sulle infrastrutture sostenibili “che in Italia adesso manca”.
Una visione che i fondatori dell’associazione hanno acquisito con “l’applicazione del protocollo progettuale americano Envision”.
Envision è uno strumento di valutazione che attraverso una griglia di analisi, adattabile a qualunque progetto di sviluppo infrastrutturale permette di effettuare una misurazione oggettiva dei vantaggi del progetto nei confronti della comunità, delle capacità gestionali e manutentive durante tutta la sua vita utile e sull’opportunità di compartecipazione tra capitali pubblici e capitali privati. Si può applicare a qualsiasi infrastruttura come ponti, ferrovie e quant’altro.
“Consideriamo nella progettazione come fondamentale l’insieme delle tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, economico, sociale”. Una sinergia verso l’impatto ambientale della struttura nell’ambiente e sul territorio e su chi lo vive che prevede anche un confronto aperto con la popolazione dell’area.
I primi obiettivi della associazione
Come primo step l’intento è realizzare dei position paper su diverse criticità. La prima sfida è il Recovery fund, “Come associazione tecnico scientifica vogliamo dare dei contributi per far capire come declinare la sostenibilità e come migliore certi processi. Ad esempio per capire come rendere più certi i tempi di esecuzione delle opere” ci stiamo già lavorando appena possibile lo divulgheremo” (nel video l’intervista completa).
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