Includere i diritti dei bambini nelle politiche climatiche: l’appello dell’Unicef in vista della COP28

Le conseguenze della crisi climatica, fra cui l’aumento dello stress idrico a livello globale, incidono negativamente sulla salute fisica e mentale dei minori, avverte l’Unicef.

Unicef COP28
Foto di Johnny McClung su Unsplash

739 milioni di bambini nel mondo vivono in aree già esposte a livelli alti o molto alti di scarsità d’acqua. 436 milioni stanno affrontando anche livelli bassi o molto bassi di servizi per l’acqua potabile. Fra i Paesi più colpiti, ci sono Giordania, Burkina Faso, Niger, Yemen, Ciad e Namibia. È quanto emerge dal report intitolato “The Climate Changed Child” dell’Unicef, i cui risultati sono stati pubblicati nel mese di novembre.

I livelli di stress idrico nel mondo e in Italia

La crisi climatica sta portando, secondo il report, anche a un aumento dello stress idrico – il rapporto tra la domanda di acqua e le scorte rinnovabili disponibili. Entro il 2050, si prevede che 35 milioni di bambini in più saranno esposti a livelli elevati o molto elevati di stress idrico, con il Medio Oriente, il Nordafrica e l’Asia meridionale che attualmente affrontano i maggiori sconvolgimenti.

Unicef stress idrico
Fonte: “The Climate Changed Child”, Unicef 2023

Neanche l’Italia, però, si salva. Nel 2022 erano circa 298mila i bambini esposti a livelli elevati o molto elevati di stress idrico e anche il nostro Paese, all’interno del cosiddetto hotspot mediterraneo, rischia un peggioramento della situazione in assenza di misure efficaci per combattere il climate change.

L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dei bambini

“Le conseguenze del cambiamento climatico sono devastanti per i bambini. Non solo il loro mondo sta mutando – con fonti d’acqua che si prosciugano ed eventi atmosferici terrificanti che diventano più forti e più frequenti – ma anche il loro benessere, visto che il cambiamento climatico influenza la loro salute mentale e fisica”, commenta Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef.

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“I bambini stanno chiedendo un cambio di passo, ma i loro bisogni sono fin troppo spesso messi in secondo piano e raramente vengono presi in considerazione nei piani e nelle azioni di adattamento, mitigazione e finanziamento del clima”.

Le richieste dell’Unicef ai leader politici

Ecco perché l’organizzazione, in vista della COP28 di fine mese, chiede alla comunità internazionale di compiere alcuni passi fondamentali per la tutela dei più piccoli:

  • prendere in considerazione i diritti dei bambini all’interno della decisione finale della COP28;
  • inserire riferimenti ai minori e all’equità intergenerazionale nel Global Stocktake (GST);
  • includere misure per rendere i servizi essenziali per i bambini resilienti al clima nella decisione finale sull’Obiettivo globale per l’adattamento (GGA);
  • garantire che il Fondo per le perdite e i danni e gli accordi di finanziamento rispondano alle esigenze dei minori e che i loro diritti siano integrati nella governance e nel processo decisionale del Fondo.

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