- L’Italia è più piovosa di Olanda o Germania, ma è a rischio siccità per la mancanza di infrastrutture.
- E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Proger sulle Infrastrutture del Futuro rispetto le economie delle acque realizzato con la collaborazione della Fondazione Earth and Water Agenda.
- Il rapporto completo sarà presentato martedì 21 marzo presso il Senato, con un evento realizzato in collaborazione con italiadecide. Di seguito alcune anticipazioni.
Il Bel Paese convive con la minaccia idrogeologica e con una piovosità abbondante, circa 301 miliardi di m3 di pioggia in media, di cui solo l’11% viene prelevata. L’assenza dei prelievi accade perché il Paese è sostanzialmente ferma alle stesse capacità di invaso di mezzo secolo fa, ma con necessità e consumi aumentati enormemente.
Il ischio idrogeologico si sintetizza così: 4,8 milioni di italiani vivono in territori a rischio piena con codice rosso.
A questo pericolo si alterna il paradossale altro rischio del paese: la siccità. La piovosità non è egualmente distribuita sul territorio e mentre alcune zono risultano alluvionate senza possibilità di preservare l’acqua ricevuta e con catastrofi naturali sempre dietro l’angolo. L’altra parte del Paese è colpita da gravi periodi di siccità.
Il rapporto su questo mette l’accento evidenziando come i danni complessivi tra agricoltura, alimentare, industriale, energetico, siano pari a 20 miliardi di euro.
Il nostro paese si colloca al 5° posto in Europa per quantità di precipitazioni medie, Milano è l’area metropolitana più piovosa d’Europa e Roma è più piovosa di Londra.
La struttura degli invasi nel Paese i dati nel rapporto Proger
Sono 531 grandi dighe con una capacità d’invaso di 13,652 miliardi di m3. Nonostante ciò i volumi reali sono inferiori del 35%.
Tra le motivazioni di questo minor uso è da ritrovare in diverse problematiche tecniche:
- mancanza di aggiornamento procedure di collaudo tecnico-funzionale,
- interramento progressivo per mancato drenaggio e per carenza di nuovi investimenti.
A questo si aggiungono i problemi della rete che vede oltre il 40% dell’acqua potabile prelevata non arrivare ai rubinetti. Su questo secondo il rapporto Proger pesa anche l’avere la tariffa media più bassa d’Europa.
Un disservizio che causa anche continue e pensanti sanzioni europee
Rispetto lo stato delle infrastrutture idriche l’Italia versa 165mila € al giorno di sanzione all’UE. Nel complesso si tratta di circa 60 milioni l’anno. pagati per assenza di depurazione e filtraggio delle acque reflue, sia in ambito agricolo che industriale, e il loro riuso, anche in ambito civile.
Le soluzioni proposte dal rapporto Proger
Secondo il rapporto Proger la chiave è nel far ripartire investimenti pubblici e privati sul comparto e nell’attuare importanti modifiche legislative e di governance. A questo andrà affiancato uno “sforzo tecnico, progettuale ed imprenditoriale per potenziare la capacità di stoccaggi; per la sostituzione e la rigenerazione di reti ed impianti, nonché per la realizzazione di nuove infrastrutture; per il riuso delle acque reflue e per la ricarica programmata delle falde idriche; per la desalinizzazione e l’utilizzo dell’acqua di mare; per l’applicazione di tecnologie innovative e basate sull’intelligenza artificiale che assicurino il risparmio ed il controllo della risorsa”.
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