Il ghiaccio che si forma sui laghi sarà sempre più fragile per colpa dei cambiamenti climatici

Analizzando 31 laghi dell’emisfero nord, fra cui il lago di Tovel, un gruppo di ricercatori ha scoperto che sta cambiando la qualità dei ghiacci che si formano durante l’inverno.

  • La crisi climatica sta modificando la qualità dei ghiacci che si formano nei bacini lacustri.
  • Aumenta lo spessore del ghiaccio bianco e diminuisce quello del ghiaccio nero.
  • Dato che il ghiaccio nero è più stabile di quello bianco e, a differenza di quest’ultimo, lascia penetrare la luce, le conseguenze del fenomeno sono molteplici.
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Il lago di Tovel © Fondazione Mach

Ormai lo sappiamo, che il riscaldamento globale sta mettendo in pericolo i ghiacci di tutto il mondo, da quelli polari a quelli montani. L’ultimo allarme arriva dal ghiacciaio del Gran Paradiso, la cui superficie si è ridotta del 58 per cento dal 1999 a settembre 2022. Si parla meno, invece, delle superfici ghiacciate dei laghi. Eppure, la crisi climatica sta modificando anche la qualità dei ghiacci che si formano nei bacini lacustri, che saranno sempre più fragili. La scoperta è merito del progetto IceBlitz, i cui risultati sono stati pubblicati a fine agosto sulla rivista Nature Communications. Un gruppo internazionale di ricercatori ha preso in esame 31 laghi situati nell’emisfero settentrionale del globo terrestre, fra cui il lago di Tovel in Trentino, grazie agli studi condotti dalla Fondazione Edmund Mach.

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Aumenta lo spessore del ghiaccio bianco e diminuisce quello del ghiaccio nero © Fondazione Mach

Le conseguenze per gli sport invernali

“Con i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature, lo spessore del ghiaccio nero diminuisce, mentre quello del ghiaccio bianco aumenta. Dato che il ghiaccio nero è quello più stabile, questo fenomeno è molto pericoloso, specialmente nelle località dove si praticano il pattinaggio e altri sport invernali”, avverte la ricercatrice Ulrike Obertegger dell’Unità idrobiologia del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach. Il ghiaccio “nero” deriva dal congelamento dell’acqua, mentre quello “bianco” è il risultato dei processi di congelamento e scioglimento delle precipitazioni.

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Ci sono conseguenze per la flora e la fauna e pericoli per chi pratica gli sport invernali © Fondazione Mach

Le minacce per flora e fauna

“Questi due tipi di ghiaccio hanno caratteristiche diverse a livello di penetrazione della luce solare. Il ghiaccio nero lascia penetrare la luce; quindi, gli organismi che vivono al di sotto della superficie ne traggono beneficio, specialmente le alghe che possono fare la fotosintesi. Il ghiaccio bianco, invece, blocca i raggi solari e costringe le alghe ad adattarsi a un ambiente con meno luce. Questo altera la composizione planctonica e, di conseguenza, tutta la catena trofica, inclusi i pesci”, continua Obertegger.

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“Questa è l’ennesima conseguenza del riscaldamento globale, fenomeno che ormai conosciamo bene. Dobbiamo necessariamente adottare stili di vita più sostenibili e rinunciare ai combustibili fossili. È un problema collettivo, nessuno può sfuggire alle proprie responsabilità”, conclude la ricercatrice. D’ora in poi, sarà cruciale tenere monitorato lo spessore del ghiaccio bianco nei laghi, per comprendere meglio l’ecologia di questi fragili ecosistemi e trovare le soluzioni più efficaci per preservarli.


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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.