Il Covid-19 ha avuto un impatto sulle scelte delle persone portandole a fare acquisti più attenti all’ambiente anche nella moda, è quanto dichiara Alessandra Guffanti, socia e direttore commerciale di Guffanti Concept ad Adnkronos/Labitalia “Nonostante un rallentamento mondiale dei consumi del fashion, a un’evoluzione costante da parte delle aziende verso la proposta di prodotti sostenibili”.
Un atteggiamento che l’industria del fashion è stata veloce a recepire avendo già avviato un percorso di filiera virtuosa negli anni precedenti.
“La filiera italiana che include tutti i passaggi di filatura, tessitura, processi di nobilitazione e confezione ha avviato forti iniziative per essere la più virtuosa a livello internazionale anche attraverso il coordinamento della commissione Sostenibilità di Sistema moda Italia” rimarca la Guffanti. “Le filature italiane hanno inserito nei loro campionari primavera-estate 2022 proposte sempre più ampie di materiali naturali organici certificati Gots o Ocs. Il certificato Grs-Global recycled standard, acquisibile solo dopo una validazione della partita di prodotto utilizzata, qualifica la materia di origine riciclata sia per quelle sintetiche sia per quelle naturali. Tra i materiali sintetici già in uso per le collezioni autunno-inverno 2021, troviamo le imbottiture dei capispalla di Repreve che certifica che il poliestere è 100% riciclato, tracciabile e proveniente da bottiglie di plastica post consumo“.
La sostenibilità nella moda inizia dalle scarpe
Le scarpe rappresentano un settore della moda in cui la sostenibilità sta facendo, è il caso di dirlo “passi da gigante”. Il comparto sta cercando di sostituire i tessuti tecnici e resistenti con materiali altrettanto performanti, ma di origine vegetale biodegradabile. È il caso di Coim, multinazionale italiana con sede a Buccinasco (Milano), che dal 1962 sviluppa e commercializza specialità chimiche per l’industria manifatturiera. L’azienda si è focalizzata sulla realizzazione di sistemi poliuretanici microcellulari Urexter RS per la produzione di suole per calzature sportive, di sicurezza, calzature fashion anche nella gamma del lusso.
Inoltre i poliuretani termoplastici Laripur RS, ottenuti da prodotti derivati da coltivazioni vegetali a filiera controllata, possono arrivare a contenere un contenuto di carbonio da fonte rinnovabile fino al 75%.
Il vantaggio di queste componenti sia Laripur RS che Urexter RS è la possibilità di utilizzarli sugli impianti già esistenti “senza necessità di modifiche e garantisce le stesse prestazioni dei Tpu, ossia i poliuretani termoplastici, tradizionali, offrendo una sensibile riduzione delle emissioni CO2 di tutta la filiera” come spiega Fabrizio Epifani, sales manager Coim.
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