Sabato scorso, 23 marzo, presso l’auditorium dell’Università “La Sapienza” di Roma, si è svolta la Giornata mondiale della Meteorologia. Un appuntamento annuale che riunisce fisici, ingegneri, militari dell’aereonautica, studenti e giornalisti.

Tanto per iniziare, in Italia, non esiste un corso di laurea specifico per diventare metereologo, ma esistono percorsi accademici che, a partire da lauree di primo livello in ingegneria, fisica e scienze naturali, permettono di specializzarsi in meteorologia. Il curriculum deve essere adeguato ai criteri stabiliti dall’Omm (Organizzazione Mondiale dellla Meteorologia), che ne certifica l’idoneità.

La prevista creazione dell’Agenzia Italia meteo servirà a coordinare le attività di previsione del tempo, integrando e coordinando le agenzie regionali e locali.

Il convegno, che aveva come sottotitolo: “Sole, Terra e Tempo”, ha portato il pubblico in sala a scoprire aspetti e relazioni inaspettati tra questi tre elementi essenziali della nostra vita quotidiana.

Le parole del prof. Luca Mercalli, volto noto delle previsioni in televisione e presidente della Società Meteorologica Italiana per introdurre l’evento, spiegano bene uno dei vantaggi dell’evoluzione in campo previsionale: “Le previsioni sono sempre più precise. Per le 24-48 ore si ha, ormai, un’affidabilità del 90% e ogni anno si migliora”. Tra i fenomeni ancora difficili da prevedere, continua Mercalli, ci sono i temporali estivi: “In questo caso ancora non si riesce a dare una localizzazione precisa”.

Il prof. Lorenzo Giovannini, docente presso l’Università di Trento, sottolinea come all’interno dell’ateneo “stiamo lavorando per applicazioni nell’ambito delle rinnovabili, perché ai gestori interessa avere dati su vento e radiazioni solari per programmare la loro attività”. (Ansa del 23 marzo)

Nel corso della giornata, si sono tenute relazioni sulla paleo-ecoclimatologia, sulla fisica solare, sulla magnetosfera terrestre, sulla previsione del tempo spaziale e la previsione meteorologica operativa e sull’offerta formativa universitaria  nazionale.

Al termine delle relazioni, abbiamo posto alcune domande alla professoressa Laura Sadori, docente presso le Facoltà di Fisica e di Conservazione dei Beni Culturali presso La Sapienza, e al Generale dell’aeronautica Silvio Cau, Rappresentante italiano presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale.

Prof.ssa Sadori, durante il vostro intervento, avete sottolineato come tutti i dati analizzati a partire dalle serie storiche rivelano una prossima glaciazione; si parla di poche decine di anni al massimo. Come si concilia questa previsione con l’aumento della temperatura registrato negli ultimi anni? La transizione energetica che stiamo portando avanti a livello globale verso le rinnovabili sarebbe inutile?

La questione è molto complessa. Il collega che ha parlato prima di me, il prof. Berrilli, ha detto quali sono le cause orbitali: abbiamo dei cambiamenti che sono nell’orbita terrestre che ci portano verso il glaciale. Questo è un dato di fatto. L’altro dato di fatto è ci sono dei cambiamenti climatici importantissimi in gran parte prodotti da noi uomini: gli andamenti registrati nell’ultimo interglaciale (periodo di tempo intercorrente tra una glaciazione e quella successiva ndr) sono completamente diversi da quelli registrati negli interglaciali precedenti. Il dubbio potrebbe spingerci a continuare in questo modo folle.

La mia era una provocazione: se andiamo verso una glaciazione, gli stimoli per la transizione energetica vengono meno!

Sì, questo, da un certo punto di vista, è vero. Non sappiamo quale sarà il momento di non ritorno. Ci sarà un punto dal quale non potremo più tornare indietro. La sovrapposizione di quelli che sono i moti orbitali con i cambiamenti che stiamo inducendo noi sul clima, non sappiamo quali effetti porteranno in futuro. Perciò è vero, con i gas serra bene o male stiamo aumentando la temperatura, però quali altre problematiche stiamo causando non sono campi di mia competenza. Posso solo dire che dovremmo valutare una strategia per bloccare questi fenomeni estremi. Forse sarebbe più facile affrontare una nuova glaciazione che eventi a noi sconosciuti!

Siete una docente, quindi avete un punto di vista privilegiato nei confronti dei giovani. Come vedete l’approccio di questi ragazzi verso i problemi connessi con il risparmio energetico e comportamenti quotidiani a basso impatto ambientale. Percepite una coscienza a riguardo o restano solo teorie?

Insegno a studenti che partecipano due corsi diversi. Uno di scienze naturali e questi hanno una grossa sensibilità nei confronti dell’ambiente: dallo smaltimento dei rifiuti in plastica alla riduzione dei mezzi di trasporto a combustione fino all’utilizzo della bicicletta e tutti i comportamenti “green” che seguono. Lavoro anche con studenti iscritti a Conservazione dei Beni Culturali che hanno una sensibilità inferiore ai problemi ambientali, però capiscono quali sono le relazioni tra ambiente e monumenti. A causa dei cambiamenti climatici, stiamo producendo dei danni, non trascurabili, aggravati dall’inquinamento, soprattutto considerato l’immenso patrimonio culturale che dobbiamo preservare.

Ultima domanda: dal vostro punto di vista, la transizione energetica verso un utilizzo di sistemi a basso impatto ambientale è un aspetto tenuto nella dovuta considerazione a livello nazionale e globale?

La mia opinione personale è che si potrebbe fare di più, a partire da ciascuno di noi. Attenzione verso la tutela dell’ambiente, le energie rinnovabili e la riduzione dei consumi sono gesti che devono diventare consueti. A livello governativo paghiamo un’attenzione non sempre adeguata alle sfide di cui accenniamo sopra.

Generale Silvio Cau, dal vostro punto di vista privilegiato riguardo le previsioni meteorologiche, la transizione energetica verso le energie rinnovabili, nello specifico eolico e solare, vi ha portato a implementare una diversa sensibilizzazione per operatori e rilevamenti?

Non rappresenta attività precipua dell’Aeronautica, sarà gestita da Italia Meteo. Quando l’agenzia sarà pienamente implementata, vedremo se basarci su un coordinamento regionale, su convenzioni a livello nazionale con un ministero, che potrebbe essere anche quello della Difesa o quello dell’Ambiente. Ma un servizio dedicato, per la Difesa, non è previsto. Potrei valutarlo in una proiezione per le nostre esigenze interne, militari e non a livello nazionale civile. A meno che non ci venga richiesto.

Questa è una domanda/provocazione: riguardo l’uragano che devastò New Orleans qualche anno fa, potete escludere che sia stato causato dall’intervento dell’uomo?

Esistono varie teorie a riguardo. Lei sa che esiste una convenzione ONU del 1972 che vieta le modificazioni del clima a scopo militare. La convenzione fu firmata perché sia l’URSS sia l’occidente, stavano studiando l’effetto Tesla, ossia l’immissione in atmosfera di forti impulsi elettromagnetici alla frequenza terrestre (8MHz), per valutarne gli effetti. Qui si prospettano varie possibilità: apprendista stregone; complotti; quantità di energia necessaria per provocare un fenomeno del genere. Siamo a livello del teletrasporto di Star Trek. Non posso confermare o smentire. Per le, misere, conoscenze in mio possesso non posso dire si o no.

Dal punto di vista rigorosamente strategico, la transizione energetica verso le rinnovabili, comporterà un approccio diverso nella difesa dei siti o realtà produttive? In sintesi: l’energia prodotta da fossili o nucleare è circoscritta intorno alle centrali. Proiettandosi verso una produzione molto diffusa sul territorio, soprattutto per il solare, come affrontate questo cambiamento?

Quando comandavo il reparto all’aeroporto di Pratica di Mare, avevo le celle solari su tetto del mio alloggio. Senza alcun problema. Certo, se allarghiamo la prospettiva a una realtà molto più numerosa, sono scelte che appartengono al ministro e al Parlamento. Noi verremo informati sulla fonte da utilizzare. Si dice, ma potrei essere smentito, che stia per nascere un ufficio energetico in ambi di Stato Maggiore della Difesa. L’energia avrà un ruolo fondamentale nel futuro della Difesa.


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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.