Idrogeno rinnovabile, progetti ancora in fase embrionale in Italia

Insediato il comitato guida dell'Hydrogen and alternative fuels report 2025

In Italia, la maggior parte dei progetti che prevedono la produzione di idrogeno rinnovale è ancora in fase embrionale o concept. La pipeline conta un totale di 51 progetti annunciati: di questi, solo 4 risultano operativi per una capacità residuale di 1,5 kt. È questo il perimetro di analisi a partire dal quale si svilupperà la ricerca alla base del prossimo Hydrogen and alternative fuels report 2025, dedicato ai nuovi vettori energetici e combustibili innovativi per la transizione energetica.

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Fonte: osservatorio Hydrogen and Alternative Fuels 2025.

Il contesto, le prospettive, la metodologia, l’analisi tecnologica, normativa e di mercato che definiranno lo studio, sono stati illustrati il 29 gennaio nel corso del meeting digitale promosso dall’osservatorio che curerà nei prossimi mesi lo sviluppo del report. Il comitato guida opera nell’ambito del gruppo di ricerca Energy & Strategy del politecnico di Milano.

Idrogeno: in Italia maggiore consumo nella raffinazione

L’osservatorio Hydrogen and alternative fuels ha presentato una panoramica delle tecnologie di produzione e utilizzo dei combustibili alternativi, al fine di identificare quali siano effettivamente quelle di maggiore interesse su cui focalizzare il report. Le tipologie di idrogeno analizzate, riguardano l’idrogeno rinnovabile (ottenuto mediante processo elettrolitico), low-carbon (da fonti non rinnovabili con riduzione delle emissioni almeno pari al 70% rispetto al fossile) e bioidrogeno (prodotto da fonti biogeniche, liquide, solide o gassose). Altri focus riguardano combustibili alternativi come e-fuels e biocarburanti.

idrogeno-2Con riferimento al contesto globale ed europeo, secondo i dati presentati, il 95% dell’idrogeno è consumato nella raffinazione e nell’industria chimica (ammoniaca e metanolo). Più in generale, la maggior quota di consumo è della Cina (29%), seguita da Stati Uniti (16%) e India (9%). Solo l’8% è consumato in Europa, in particolare da Germania, Olanda, Polonia, Spagna. La capacità produttiva europea è pari a 10,8 Mt di cui il 99,1% è idrogeno fossile e solo il 0,4% rinnovabile. La Germania è il Paese con più capacità elettrolitica installata, pari a 120 MW. Per quanto riguarda l’Italia, le statistiche rilevano un consumo di circa 550 kt: la quasi totalità nel settore della raffinazione, con una quota ridotta utilizzata per la produzione di ammoniaca (dati 2013).

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Settore H2, presenza di barriere ma segnali positivi: prospettive

Come è stato sottolineato, la maggior parte dei progetti di produzione di idrogeno rinnovabile, la cui entrata in esercizio è attesa entro il 2030, si trova ancora in fase di concept o feasibility, con pochi progetti che hanno già raggiunto la final investment decisione (Fid). Questi dati confermano “le difficoltà del settore nel raggiungere una piena implementazione su larga scala”, mettendo in evidenza la presenza di una o più barriere che ne ostacolano la crescita. Più precisamente, “il settore sembra aver attenuato l’entusiasmo straordinario che lo aveva caratterizzato tra il 2020 e il 2021”, periodo in cui diverse regioni, inclusa l’Unione Europea, avevano annunciato le proprie strategie dedicate.

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Tuttavia, nonostante l’attuale fase di flessione del mercato, i principali indicatori relativi agli investimenti, sia pubblici che privati, non sembrano essere significativamente colpiti. Al contrario, il 2024 ha registrato numeri da record, in particolare per quanto riguarda gli investimenti destinati all’installazione di progetti di elettrolisi.

Tra gli ultimi aggiornamenti, presi in esame, c’è la firma da parte del Governo italiano, insieme ai governi di Austria, Germania, Tunisia e Algeria, di un memorandum d’intesa per lo sviluppo del SoutH2 Corridor. Questa infrastruttura, basata sia sul repurpoising di alcuni metanodotti esistenti sia sulla costruzione di nuove pipeline, consentirà di trasportare idrogeno prodotto in Nord Africa verso i principali centri di consumo europei. Una iniziativa, con la quale l’Italia ambisce “non solo ad aprire un canale commerciale competitivo, ma anche a consolidarsi come ponte strategico tra Africa e Europa nel nuovo panorama geoenergetico globale” ha commentato il comitato guida dell’osservatorio Hydrogen and alternative fuels.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.