A febbraio, l’Unione europea ha adottato una definizione comune dell’idrogeno verde, dando finalmente delle certezze agli investitori, con due atti delegati che sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale nel mese di giugno.
Lo ha ricordato John Massey, direttore generale della Grey Cells Energy Ltd., aprendo il webinar organizzato il 3 luglio dalla rete World Hydrogen Leaders per fare il punto sulle ultime novità relative al settore dell’idrogeno in Europa.
Gli obiettivi relativi a industria e trasporti
A marzo, la Commissione europea ha accolto con favore l’accordo provvisorio raggiunto tra il Parlamento e il Consiglio per rafforzare la direttiva dell’UE sulla promozione delle energie rinnovabili (Renewable Energy Directive, RED).
L’accordo ha stabilito che, entro il 2030, l’idrogeno rinnovabile dovrà rappresentare il 42 per cento del consumo totale di idrogeno nell’industria. E ha stabilito dei target precisi anche in merito all’utilizzo dei carburanti prodotti a partire dall’idrogeno nel settore dei trasporti. Per l’aviazione c’è un regolamento dedicato, il ReFuelEU.
A dicembre, si terrà la prima asta comunitaria per l’erogazione di sussidi ai progetti volti alla diffusione dell’idrogeno verde, sulla base dei criteri stabiliti dai due atti delegati. L’UE sta finanziando iniziative anche oltreoceano, per esempio in Argentina e Cile.
Alcuni progetti da tenere d’occhio
Stando alla bozza del suo nuovo piano per l’energia e il clima, la Spagna fisserà l’obiettivo di 11 GW al 2030 per gli elettrolizzatori, utilizzati per produrre l’idrogeno, rispetto ai 4 GW precedentemente stabiliti.
L’operatore portoghese REN, invece, ha avviato l’adattamento della sua rete di gas naturale ad alta pressione per consentirle di trasportare una quota fino al 10 per cento di idrogeno verde già a partire da quest’anno.
Gasunie, nei Paesi Bassi, ha invece stanziato più di cento milioni di euro per lo sviluppo della prima parte della sua rete nazionale dell’idrogeno che, una volta completata nel 2030, sarà lunga 1.200 chilometri.
E l’Italia? Nel mese di aprile, la Commissione europea ha approvato un regime da 450 milioni di euro volto a sostenere la produzione di idrogeno verde nel nostro Paese per un’economia climaticamente neutrale. Il 9 maggio, inoltre, i Ministri dell’Energia di Austria, Italia e Germania hanno firmato una dichiarazione di supporto allo sviluppo del Corridoio meridionale dell’idrogeno (SoutH2) che, con una lunghezza di 3.300 chilometri, trasporterà il gas fra le tre nazioni e il Nordafrica. Con una capacità di quattro milioni di tonnellate per anno, potrà contribuire per il 40 per cento al raggiungimento dei target del piano REPowerEU.
Leggi anche:
- Dall’Austria alla Finlandia, prosegue l’avanzata dell’idrogeno verde
- Una soluzione per decarbonizzare le attività portuali
L’attuale domanda di idrogeno in Europa
Per monitorare la domanda di H2 in Europa, si può consultare la mappa in continuo aggiornamento dell’Osservatorio dedicato (Fuel Cells and Hydrogen Observatory, FCHO). Al momento, è la Germania la nazione con la domanda più elevata, pari a circa 1,7 milioni di tonnellate metriche per anno. L’Italia è a quota 519mila tonnellate metriche per anno.
In conclusione, ha puntualizzato John Massey, saranno da monitorare anche il ruolo dell’ammoniaca nell’economia dell’idrogeno, la produzione di acciaio verde a partire da quest’ultimo, e lo sviluppo di tecnologie di storage. A questo proposito, è da segnalare il progetto pilota dell’operatore austriaco RAG, che sta testando un sito sotterraneo di stoccaggio di idrogeno prodotto da energia solare.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.