Nel contesto della presentazione del Programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione 2021-2027, che prende il posto di Horizon 2020, sono intervenute anche il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e il segretario generale del medesimo ministero, Maria Letizia Melina.
Il nostro Ministro si è detta “veramente felice” di partecipare al lancio di Horizon Europe, soprattutto in un momento storico in cui, per la prima volta Europa e Italia vanno di pari passo, incrementando ognuno per sua parte, i fondi destinati a ricerca e innovazione.
“Horizon Europe”, afferma il Ministro Messa, “è un programma che incrementa la competitività e genera nuove opportunità per la scienza, oltre che nuove forme etiche di innovazione, che si traducono anche in nuovi lavori di qualità. Dobbiamo incoraggiare i talenti e l’apertura internazionale alla ricerca, ricordando che l’Italia è anche un ponte naturale e fondamentale per il Mediterraneo”.
Il Programma avrà un ruolo fondamentale nell’aiutare l’Italia nell’implementare innovazione e digitalizzazione, presenti anche nel Pnrr. In questo modo, potrà collaborare meglio a livello europeo così da avere un ruolo sempre più importante all’interno di queste partnership.
“Per ridare forma al futuro, bisogna adottare un approccio sistemico, come è stato fatto con il Sostegni bis, all’interno del quale è compreso un nuovo ambizioso fondo italiano per la scienza, di 50 milioni di euro, per stimolare nuovi programmi di ricerca e innovazione”. Conclude il Ministro Messa: “Ora diventa fondamentale l’azione di coordinamento e regia dell’Italia, che deve fare la sua parte diventando sempre più protagonista in questo tipo di Programmi”.
Il programma nazionale per la ricerca
Il segretario generale, Maria Letizia Melina, spiega come l’Italia si sia preparata alla partecipazione a Horizon Europe.
Il programma quadro dell’Unione rappresenta un modello operativo e metodologico, che non trascura gli obiettivi settoriali della ricerca.
L’indirizzo del Ministero è di forte impatto, in quanto ora si deve andare verso un programma nazionale che si configura come un documento di inquadramento e di indirizzo per tutte le realtà della ricerca.
Il documento prodotto dopo la pandemia ha portato a delineare in maniera più resiliente e innovativa il futuro dell’Italia, partendo dall’analisi della criticità del sistema, per poi successivamente concentrarsi, nei prossimi sette anni, sulla scienza.
“Nel prossimo futuro, ci sarà continuità tra i diversi tipi di ricerca e di innovazione, non saranno più a compartimenti stagni – afferma il segretario generale Melina – sottolineo inoltre, il rilievo dato ai diversi ambiti: il Piano nazionale della infrastruttura di ricerca sarà dedicato al potenziamento della infrastruttura nazionale e del piano di una scienza aperta, cioè con maggiore accesso ai dati. Ora è il tempo per un approccio più fluido e olistico alla scienza e alla ricerca”.
Horizon è un programma inclusivo, prevedendo lo sviluppo di prodotti come risultato della ricerca e contemplando un elevato tasso di innovazione, in questo, è più vicino al programma nazionale che è diventato più intersettoriale. La ricerca, anche nel Pnrr, riveste attualmente un ruolo fondamentale e può modificarne in modo significativo l’assetto, aiutando le imprese con un alto tasso di innovazione.
“Guardiamo con grande attesa al programma quadro. Sarà un grande sfida sia per i ricercatori che per la società, che deve mirare al miglioramento della qualità della vita delle persone”, conclude.
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