Per il 77% degli italiani l’invasione russa dell’Ucraina e le sue conseguenze dovrebbero stimolare in modo più deciso la transizione ecologica. L’89% ritiene che se non si procede a un taglio drastico dei consumi di energia e di beni nei prossimi anni, andremo incontro a una catastrofe globale. Ma solo il 32% degli intervistati accetterebbe di ridurre il riscaldamento a 19º C. Sono alcuni dei risultati dell’ultima Indagine annuale della Banca europea per gli investimenti (Bei) sul clima pubblicata il 27 ottobre.
Il 71% degli intervistati è favorevole all’indicizzazione dei prezzi dell’energia in base ai consumi di ciascuna famiglia: “Dopo un anno impegnativo nel quale l’invasione russa dell’Ucraina ha innescato una crisi energetica ancora in atto e peggiorato la spirale inflazionistica in tutta Europa, a cui si sono aggiunte le ondate di caldo record e le siccità estive, gli italiani hanno acquisito una più viva consapevolezza dell’impatto dei cambiamenti climatici e dell’urgenza di agire per contrastarli”, si legge a commento nella nota stampa.
Guerra in Ucraina e transizione energetica
Alla domanda di elencare le priorità energetiche in ordine di importanza, gli italiani hanno risposto di aspettarsi che il governo dia priorità allo sviluppo delle energie rinnovabili (55%) prima di concentrarsi sulla diversificazione degli approvvigionamenti energetici per evitare l’eccessiva dipendenza da un singolo fornitore (29%).
La priorità degli italiani è quella di tassare le fonti di consumo energetico altamente inquinanti come i veicoli Suv e il trasporto aereo (66%). Infine, riguardo a come risolvere il problema del caro energia, gli italiani ritengono che nel breve periodo il governo dovrebbe ridurre le imposte connesse all’energia (38%). Altre misure piacciono meno, come ad esempio la fissazione di un tetto o la regolamentazione del prezzo del gas, del petrolio e del carbone (28%), oppure la distribuzione di voucher energetici (11%).
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Come far fronte al cambiamento climatico
Malgrado il contesto di crisi energetica e di inflazione, per quasi la metà degli italiani (44%) i cambiamenti climatici rappresentano una delle sfide più grandi che il Paese deve affrontare (con una percentuale di 5 punti superiore rispetto allo scorso anno). Se lo scorso anno, per gli italiani, il Covid-19 era la sfida più urgente da affrontare, oggi è la disoccupazione ad allarmarli di più, tanto da essere la preoccupazione principale per il 48% degli intervistati, rispetto al 26% nel resto dell’UE.
Subito dopo, i cambiamenti climatici sono la seconda maggiore fonte di inquietudine, in particolare per coloro che hanno 65 anni e oltre (53%, +10 punti rispetto al dato del 2021). Allo stesso tempo, il 93% ritiene che l’azione del governo a tal proposito sia troppo lenta e solo il 32% pensa che l’Italia riuscirà a ridurre in modo sostanziale le proprie emissioni di carbonio entro il 2030.
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