Greenpeace International responsabile per oltre 660 mln di dollari

Alla base le proteste della comunità indigena contro l'oleodotto Dakota Access

“Le multinazionali dei combustibili fossili ora cercheranno, con ancora più forza e arroganza, di negare la libertà di parola e impedire le proteste pacifiche”. Lo dichiara Greenpeace International riferendosi all’esito dell’azione legale mossa da Energy Transfer contro l’associazione ambientalista. La giuria della Contea di Morton, negli Stati Uniti, ha infatti emesso un verdetto ritenendo l’associazione responsabile per oltre 660 milioni di dollari.

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Foto di Markus Spiske su Unsplash.

L’azienda avrebbe accusato Greenpeace International, e altre due entità dell’associazione negli Usa di aver orchestrato le proteste guidate, dieci anni or sono, dalle comunità indigene contro l’oleodotto Dakota Access: “La precedente amministrazione Trump aveva passato quattro anni a smantellare le politiche di protezione dell’aria e dell’acqua e la sovranità indigena. Ora insieme ai suoi alleati vuole finire il lavoro zittendo ogni forma di protesta pacifica” dichiara nella nota stampa Mads Christensen, direttore esecutivo di Greenpeace International.

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Greenpeace: “Pericoloso ritorno dei comportamenti alla base della crisi climatica”

L’associazione legge questi fatti come il “pericoloso ritorno degli stessi comportamenti che hanno alimentato la crisi climatica, acuito le disuguaglianze sociali e ambientali e anteposto i profitti dei combustibili fossili alla salute pubblica e a un pianeta abitabile”.

L’azione legale intrapresa da Energy Transfer sarebbe per Greenpeace International, un chiaro esempio di Slapp, “cause temerarie intentate per bloccare gli attivisti e le organizzazioni non profit impegnati nella difesa dell’ambiente con ingenti spese legali, nel tentativo di portarle al fallimento economico e, in ultima analisi, di mettere a tacere ogni dissenso” evidenza la nota stampa. Anche compagnie petrolifere, negli ultimi anni, hanno intentato cause contro diverse realtà di Greenpeace e “un paio di questi casi sono stati fermati con successo”.

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