Entro il 2050 sarà possibile ottenere una riduzione del 64% di CO2 grazie al contributo dell’innovazione tecnologica e di politiche governative mirate.
E’ quanto emerge dalla ricerca “Technology, the climate saviour?”, condotta da ING Economics Department, che approfondisce il legame tra tecnologia e lotta ai cambiamenti climatici.
Puntare su efficienza, elettrico e fer
Secondo lo studio il raggiungimento degli obiettivi fissati dagli accordi di Parigi richiede di puntare principalmente “sull’aumento dei guadagni legati a efficienza energetica, al passaggio all’elettrico e all’energia rinnovabile”. Nello specifico spetterà al comparto trasporti, industria e real estate compensare la crescita economica con i guadagni in termini di efficienza energetica. In un contesto generale che vede, dal un parte, l’efficienza energetica crescere di un valore compreso tra 1 e 2% ogni anno in questi comparti e, dall’altra, le tecnologie diventare sempre più performanti, “sarà infatti necessario implementare soluzioni legate all’elettrico e alle rinnovabili”. Si tratta di una scelta legata anche alla crescente domanda di energia. In particolare, spiega lo studio “sarà possibile arrivare ad una diminuzione delle emissioni di CO₂ dai 33 gigatoni di oggi ai 12 gigatoni stimati per il 2050”.
Domanda di elettricità in crescita
Nell’ipotesi che lo scenario delineato dalla ricerca dovesse diventare reale la domanda di elettricità aumenterebbe di quasi il 160%. Si passerebbe infatti da circa 20.000 TWh a 52.000 TWh nel 2050.
Ripensare il power mix
In quest’ottica, spiega lo studio, sarà “necessario” ripensare il power mix per la produzione di energia elettrica. La via da seguire sarà, in particolare, il potenziamento del solare e dell’eolico, settori che, si stanno caratterizzando per “una rapida riduzione dei costi negli ultimi anni”. In particolare “se si considerano anche le fonti idriche, geotermiche e il biogas, la quota di fonti rinnovabili nel power mix globale raggiungerà l’82% nel 2050”.
Il ruolo dei governi
La tecnologia è dunque un elemento chiave nell’evoluzione del comparto energetico alla luce delle sfide poste dalla lotta al riscaldamento globale. Tuttavia un ruolo altrettanto rilevante è quello dei governi e delle politiche che vengono messe in atto per “agevolare il potenziale di riduzione delle emissioni offerto dalla tecnologia”.
“In primo luogo – spiega ING in nota – è necessario che le tecnologie green diventino finanziariamente competitive rispetto ai modelli tradizionali. In secondo luogo, politiche governative forti devono necessariamente prevenire e correggere effetti collaterali non previsti. In questo contesto il coordinamento delle politiche a livello globale sarebbe più efficace, anche se più difficile da attuare”.
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