Il cambiamento nel packaging segue anche i trend economici e culturali”. Ne parla Pier Benzi, design e innovation director di Artefice Group nel corso della seconda giornata del congresso di autunno Giflex (Roma, 12-13 ottobre).
La relazione packaging prodotto e utente è cambiata. Sempre di più troviamo sistemi innovativi con cui il prodotto viene proposto al cliente come fautore di un messaggio complesso carico di significati. Temi come il riciclo, l’ambiente la sostenibilità sono ormai parte di design contemporanei che vedeno nel tailor made il punto di congiunzione tra design, tecnologia e messaggio. Una scelta che porta il cliente a personalizzare il proprio packaging e ordinarlo direttamente da casa sua.
Si stravolge quindi la regola dei 5 secondi con cui si sceglieva un prodotto sul bancone del supermercato, e le regole per cui viene preferito un design.
Come cambiano i comportamenti di consumo “Oggi comprare il ghiaccio in sacchetti di plastica è quasi un insulto” sottolinea l’innovation director di Artefice Group che è critico anche verso l’efficacia del ciclo di vita delle materie prime. “Usare plastica recuperata dagli oceani per produrre il 25% della plastica necessaria ad una bottiglia è green washing, non è davvero un pensiero green”.
E quindi come procedere. Una ricetta univoca non c‘è anche se “Previsioni a lungo termine non si possono fare” sottolinea Benzi, riprendendo anche quanto presentato dall’Architetto Carlo Ratti poche ore prima nello stesso convegno “Forse una risposta contemporanea può essere pensare Glocale, avere cioè una strategia globale con una declinazione locale” spiega Pier Benzi. “Realizzare plastica con l’Agave può essere molto conveniente in America Latina, ma non di certo nell’Arabia Saudita dove la materia prima deve essere totalmente importata”.
Un design che guarda al ciclo di vita e all’impatto ambientale delle materie che usa e che, in parte prende il timone delle strategie aziendali a monte della filiera creativa del prodotto.
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