Il 90% delle aziende prevede un aumento dei costi IT a fronte dell’implementazione di intelligenza artificiale generativa (GenAI) e di applicazioni moderne. Il 70% prevede però di ottenere un ritorno sull’investimento non prima di due o tre anni. Lo rivelano i dati del report Enterprise Cloud Index (Eci), realizzato da Nutanix, operatore nel settore del software cloud. L’analisi evidenzia i progressi compiuti nell’adozione della GenAI, le priorità di investimento e i vantaggi, nonché le sfide principali che le aziende devono affrontare per soddisfare le esigenze di questi carichi di lavoro emergenti.

La survey restituisce un quadro in cui le aziende sono inclini a sfruttare la GenAI per favorire la produttività, l’automazione e l’innovazione. Tuttavia si trovano a far fronte anche a importanti problematiche legate alla sicurezza dei dati, alla conformità e alla modernizzazione dell’infrastruttura IT.
La containerizzazione delle applicazioni per la GenAI
Tra le maggiori evidenze del report, la containerizzazione delle applicazioni è il nuovo modello di riferimento per l’infrastruttura. Circa il 90% delle aziende dichiara che almeno una parte delle loro applicazioni è ora containerizzata e questo numero è destinato a crescere con la rapida adozione di nuovi carichi di lavoro applicativi come la GenAI. Ne deriva che il 94% degli intervistati concorda sul fatto che la propria azienda trae vantaggio dall’adozione di applicazioni/container cloud native. Si tratta di un approccio all’infrastruttura e allo sviluppo delle applicazioni da considera come “standard d’eccellenza per fornire un accesso sicuro e senza interruzioni ai dati in ambienti ibridi e multicloud” si legge a commento nella nota stampa.
L’adozione e l’implementazione di applicazioni GenAI procede a ritmo sostenuto. Oltre l’80% delle aziende ha già attuato una strategia e solo il 2% dichiara di non averla ancora pianificata. Attualmente, i casi d’uso di si concentrano principalmente su soluzioni per il supporto clienti e l’esperienza utente. Tuttavia, nel futuro prossimo, le aziende puntano ad applicarla anche ai carichi di lavoro legati alla cybersecurity e alla protezione dei dati.
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“In discussione le normative in materia di sicurezza dei dati e privacy”
Secondo il rapporto, l’adozione dell’intelligenza artificiale generativa “metterà in discussione le normative tradizionali in materia di sicurezza dei dati e privacy”. Il 95% degli intervistati concorda sul fatto che la GenAI sta cambiando le priorità della loro azienda, con la sicurezza e la privacy che rappresentano le principali preoccupazioni. Oltre il 90% dichiara che proprio la privacy dei dati è una priorità al momento dell’implementazione di soluzioni. Tuttavia, il 95% degli intervistati ritiene che la propria azienda potrebbe fare di più per proteggere i modelli e le applicazioni: “La sicurezza e la privacy rimarranno una sfida importante per le aziende, che cercheranno di motivare l’uso di soluzioni emergenti basate sulla GenAI e di garantire che esse aderiscano alle norme di sicurezza tradizionali, oltre che ai nuovi requisiti di governance dei dati, privacy e visibilità” prefigura il rapporto.
Altro punto chiave. L’adozione di soluzioni GenAI richiede cambiamenti nella tecnologia e nelle risorse umane. Il 52% degli intervistati dichiara che la loro azienda deve investire nella formazione IT per supportare i processi di innovazione, così come il 48% degli intervistati ritiene che sia necessario assumere nuovi talenti: “È innegabile dunque che vi sia una forte carenza di competenze e un’elevata concorrenza nella ricerca di talenti in questo ambito”. Ma i bisogni creano opportunità: in conclusione, infatti, il report mostra che il 53% degli intervistati ritiene che i progressi che saranno compiuti nel settore garantiranno l’opportunità di diventare esperti di IA.
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