L’energia da fusione, per l’Unione Europea, è un passo rivoluzionario sostenuto dal programma di sviluppo e ricerca, per cui sono stati stanziati 5,6 miliardi di euro fino al 2027. Lo ha ricordato Kadri Simson, commissaria europea per l’energia, intervenuta all’evento inaugurale del Gruppo mondiale per l’energia da fusione, co-organizzato dall’Italia e dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che si è svolto il 6 novembre alla Farnesina. La tavola rotonda ha riunito rappresentanti governativi a livello internazionale e player per discutere sulla promettente tecnologia che, a giudizio della commissaria Simson, “deve essere portata a regime a livello industriale”.
La cooperazione internazionale è fondamentale “per la commercializzazione della fusione, e la creazione di gruppi come questo è il giusto passo” verso la direzione tracciata. Sul tema cardine dell’incontro, la commissaria Simson ha sottolineato la necessità di “stilare un quadro normativo specifico che possa rendere il contesto più trasparente agli investitori”. Parallelamente alla formazione di manodopera specializzata, “il ruolo congiunto del pubblico e del privato è fondamentale” per sviluppare il pieno il potenziale dell’innovazione.
Fusione, Pichetto: “Nessuna tecnologia va esclusa se è sicura e sostenibile”
La riunione al Maeci segue la precedente del gruppo G7 sull’energia da fusione, istituito a Venaria dai ministri di competenza su iniziativa italiana, riunitosi il 4 novembre presso l’Enea di Frascati per discutere priorità, buone pratiche, criteri regolatori e sostegno alla collaborazione tra i settori pubblico e privato che rappresenta il punto nodale.
L’Italia ha l’obiettivo di favorire stabilità e sicurezza del proprio sistema energetico, creando un ecosistema di innovazione che attiri investimenti, talenti e rafforzando la competitività. Lo ha evidenziato nel suo intervento Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ricordando che il ministero ha sostenuto, investito e puntato sulle eccellenze di settore con un’azione che ha portato, lo scorso anno, alla creazione della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile (Pnns). Un percorso che “ha messo a sistema le migliori competenze italiane per condurre analisi e proporre soluzioni per il futuro energetico nazionale, inclusa la fusione”.
Sulla strada della sicurezza energetica e della decarbonizzazione, seguendo il principio della neutralità tecnologica, “crediamo che nessun strumento o tecnologia vadano esclusi se sicuri, efficaci, sostenibili e basati sulla scienza” ha dichiarato il ministro Fratin, sottolineando che si tratta di “un approccio che seguiamo a casa ma che muoviamo anche in tutti gli ambiti internazionali in cui siamo protagonisti”.
Riconoscendo la qualità e la competenza di aziende, università ed enti di ricerca italiani, il ministro ha menzionato che l’Italia è tra i principali contributori dell’ambizioso progetto Iter (International thermonuclear experimental reactor), diretto da Pietro Barabaschi, che mira a costruire il reattore sperimentale a fusione più grande al mondo a Cadarache, in Francia. Sul totale investito dall’Europa, più di un quarto è assegnato alla filiera per la realizzazione di componenti ad alto contenuto tecnologico a firma italiana.
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Tajani: “Gestione sicura del nucleare” significa “lavorare per la pace”
Il Governo è impegnato a sostenere la ricerca tecnologica sulla fusione, lo ha ribadito Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ma serve aprire “nuove forme di collaborazione nel campo degli investimenti”. Le partnership sono importanti e il messaggio è chiaro: in particolare, la necessità avvertita è quella di “avere sempre maggior presenza di privati che svolgeranno un ruolo fondamentale” per stimolare l’innovazione a tutti i livelli.
Il tema energetico è sempre più cruciale e transettoriale. Ecco perché, per il ministro Tajani, la decisione della Commissione EU di inserire il nucleare nella tassonomia “schiude importanti prospettive: il nucleare non è inquinante, concilia politiche industriali, politiche energetiche e lotta al cambiamento climatico”. Essere protagonisti di questo percorso globale è un’opportunità unica ma servono sforzi coordinati per assicurare l’uso pacifico dell’energia da fusione e, più in generale, la gestione sicura del nucleare. Citando le tensioni geopolitiche in Ucraina, Tajani ha infatti riconosciuto l’importanza di garantire la sicurezza delle centrali, il che è sinonimo di “lavorare per la pace” al fianco delle Nazioni Unite.
Grossi (Aiea): “Nucleare va accelerato, non tollerato”
Poiché le sfide convergenti per la crescita economica e per il cambiamento climatico richiedono il “ritorno al nucleare”, Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Aiea, ha ribadito che “il nucleare va accelerato, non tollerato”. Data la premessa, per rispondere alla domanda globale di elettrificazione “dobbiamo offrire ai Paesi soluzioni pratiche, tra cui le opportunità offerte dagli small modular reactors”, di cui Canale Energia ha già trattato in un recente articolo.
Ma è la tecnologia della fusione a rappresentare le massime sfide, ambizioni e possibilità non solo per l’industria italiana, ma anche per l’Europa e per il mondo. Con la creazione di un adeguato ecosistema capace di stimolare sinergie, una preparata comunità scientifica, entrambi sostenuti dall’impegno alla collaborazione, “la fusione è a portata di mano, non è più una iniziativa utopica e lo si riscontra dall’interesse mostrato dal settore privato” ha affermato Grossi. In conclusione, per favorire il traguardo dell’innovazione è richiesta la presenza di una piattaforma inclusiva, ed è per questo che “l’Aiea ha deciso di articolare gli impegni a livello di ricerca, di investimenti e di regolamentazione”.
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