Incrementare e migliorare la produzione, automatizzare i processi industriali per renderli più performanti e, grazie alla raccolta di dati in tempo reale, formulare ipotesi in chiave predittiva con l’obiettivo di svincolare gli interventi dalla contingenza temporale per adottare invece una visione olistica e di lungo periodo. E’ questa la via da seguire per cogliere le grandi opportunità legate all’adesione ai principi dell’industria 4.0, un modus operandi che può offrire innumerevoli vantaggi per il settore farmaceutico. L’automatizzazione degli impianti (ad esempio nella parte biotech o di fine chemicals) e la sensoristica avanzata – volta a migliorare dal punto di vista qualitativo e quantitativo la produzione e gestione efficace di quanto necessario per l’introduzione sul mercato di un determinato farmaco – sono solo alcuni degli elementi chiave di una strategia che punta a rendere più performanti i processi industriali di questo comparto.
Industria 4.0 e sfide del settore energetico
E’ quanto ha spiegato a Canale Energia Marco Banti Business Development and Sales Manager di ABB in Pharma venerdì 2 febbraio in occasione di un convegno organizzato dal gruppo nella sua sede di Sesto San Giovanni a Milano. Un incontro durante il quale è emerso anche – come ha sottolineato Enrico Martini della segreteria tecnica del Mise – che, sebbene l’Italia sia attualmente in una posizione di “follwer“ rispetto ad altri Paesi nelle sfide dell’industria 4.0, il tema sia al centro dell’attenzione del Governo. Martini ha inoltre spiegato come sia fondamentale accompagnare in modo efficace le aziende in questo percorso di innovazione, ricco di opportunità per tutti i settori produttivi. In particolare “il settore energia è sicuramente molto interessante da questo punto di vista. Nonostante la politica del governo non abbia voluto incidere individuando verticalmente degli ambiti privilegiati, ritengo che possa essere interessante da parte del settore energia sviluppare tutte le tecnologie abilitanti per ottimizzare i processi di produzione. In particolare l’energia è uno dei più interessanti per come si svilupperà nei prossimi anni e per come aggancerà questa spinta rivoluzionaria ed esponenziale verso l’industria 4.0″.
Dall’Homo Sapiens all’Homo Deus
In generale dal convegno è emerso come la rivoluzione digitale sia un processo che si caratterizza per una unidirezionalità di tipo entropico, una sfida a cui le aziende non possono più sottrarsi, pena la perdita di competitività sul mercato. Quest’innovazione ha investito in maniera radicale la nostra cultura fin nelle sue radici più profonde catapultandoci – come ha spiegato Marco Ferrari, ceo di Anemocyte srl citando il titolo di un testo di Yuval Noah Harari – dall’era dell’homo Sapiens, in cui l’imperativo categorico era quello della sopravvivenza e quindi della lotta a guerre e malattie, a quello dell’homo deus. Un’era in cui gli obiettivi primari da perseguire sono diventati quelli legati alla ricerca della felicità e, in un certo senso, alla volontà di “cogliere l’eterno” in un mondo dove l’aspettativa di vita aumenta sempre di più. In questo rinnovato scenario la ricerca della felicità si basa su nuovi pilastri che vanno dalla genetica, alle nanotecnologie passando per la robotica di ultima generazione. Strumenti innovativi che pongono in un ruolo di primo piano le tecnologie legata alle sfide del digitale e dei big data, ma che, per espletare al meglio la loro funzione, devono impiagare in modo mirato e nel contesto opportuno queste soluzioni.
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