L’estate 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa

Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi nella storia del Pianeta e il 2022 ha battuto diversi record. Il report di Copernicus del 10 gennaio.

  • Il Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus ha rivelato che, nel 2022, gli europei hanno vissuto la loro estate più calda.
  • Complessivamente, quello che si è appena concluso è stato il secondo anno più caldo per il continente.
  • Fenomeni meteorologici estremi hanno colpito diverse zone del mondo, mentre il ghiaccio marino antartico ha raggiunto l’estensione minima degli ultimi 44 anni di rilevazioni.

estate 2022 Europa Copernicus

Chi ama lo sci o le camminate in montagna, lo sa bene: quest’inverno la neve scarseggia in molte località italiane, specialmente quelle appenniniche. Dopo averci “regalato” un’estate incredibilmente calda e secca, il 2022 ha passato il testimone al 2023 con il gelo nel Nord America e temperature miti nella maggior parte dei Paesi europei. Proprio all’inizio dell’anno nuovo, ecco che arriva la conferma del Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus (C3S): l’ultima estate vissuta è stata la più calda mai registrata in Europa, con le più alte emissioni causate da incendi boschivi nell’arco di quindici anni. Complessivamente, il 2022 è stato il secondo anno più caldo mai registrato nel continente, dopo il 2020, mentre per l’Italia non ci sono eguali. A livello globale è stato il quinto anno più caldo, con gas serra in aumento e una temperatura di 0,3 °C superiore a quella del periodo compreso tra il 1991 e il 2020.

Gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti

È quanto rivelano i dati elaborati con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, svelati al pubblico il 10 gennaio. La tendenza è chiara: gli ultimi otto anni sono stati i più caldi nella storia del Pianeta. Come ha messo in luce la ricercatrice Freja Vamborg alla conferenza stampa di presentazione del rapporto di C3S, negli ultimi dodici mesi abbiamo assistito a fenomeni meteorologici estremi sempre più frequenti e intensi.

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Le ondate di calore non hanno colpito soltanto l’Europa, ma anche India, Cina e Pakistan, dove le esondazioni hanno provocato più di mille vittime. Nel mese di febbraio, inoltre, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto l’estensione minima degli ultimi 44 anni di registrazioni satellitari. Entrambe le regioni polari hanno sofferto particolarmente nel corso del 2022: alla base Vostok, in Antartide, si è registrata una temperatura di -17.7 °C, la più elevata nei suoi 65 anni di storia.

Servono azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici

“Le nostre ultime analisi dimostrano chiaramente che, per evitare conseguenze peggiori, la società dovrà ridurre urgentemente le emissioni di carbonio e adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Samantha Burgess, vicedirettrice di C3S.

“Non è facile fidarsi delle previsioni, ma quanto successo quest’estate ha scosso tutti quanti. Copernicus fornisce dati accessibili a chiunque lo desideri, gratuitamente. Il monitoraggio è cruciale per capire come gestire questa emergenza”. È l’avvertimento lanciato dal direttore, Carlo Buontempo.

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Il dottor Carlo Buontempo, direttore di C3S.

Appare ormai evidente, infatti, che le conseguenze del riscaldamento globale non riguardano solo territori lontani dal nostro. La temperatura in Europa è aumentata più del doppio della media globale negli ultimi trent’anni, con il più alto tasso di crescita rispetto a qualsiasi altro continente del mondo. Anche gli inverni stanno diventando più miti. “Si avrà un quadro ancora più completo fra qualche mese, quando pubblicheremo un report dedicato. È chiaro che il riscaldamento del mar Mediterraneo ha un grosso impatto sulla regione”, ha svelato la dottoressa Vamborg.

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E strategie di adattamento

A dicembre, il Ministero dell’Ambiente italiano ha pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC), illustrando le principali strategie per incrementare la resilienza del nostro Paese. La speranza è che la consultazione pubblica si concluda in tempi brevi, perché dobbiamo davvero correre velocemente ai ripari. “È un po’ presto per fare previsioni relative al 2023, ma è difficile immaginare un’inversione della rotta. Considerando il ruolo delle emissioni antropiche nell’aumento delle temperature, soltanto il raggiungimento della neutralità climatica potrà davvero fare la differenza”, ha concluso Buontempo.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.