L’attualità del Third Party Access Exemption al centro delle riflessioni dell’Osservatorio sulla Regolazione Amministrativa dell’Università Cattolica. L’ultimo incontro di studio si è svolto nei giorni scorsi a Milano attraverso un progressivo grado di specificazione: dal generale inquadramento giuridico da parte di Francesco Vetrò, dell’Università LUISS G. Carli di Roma, e dall’analisi dei fondamentali economici nell’attuale situazione di mercato svolta da Carlo Scarpa dell’Università di Brescia, alla ricostruzione dei profili regolatori ad opera di Clara Poletti dell’Autorità per l’Energia, per finire con l’analisi casistica da parte di Marinella De Focatiis di Edison e di Itala di Cioccio di Terna.
Il ruolo dello strumento dell’esenzione dal TPA – sottolinea Francesco Vetrò – è una delle innovazioni caratterizzanti il c.d. Terzo Pacchetto di direttive in materia di energia. Pertanto, alcuni profili applicativi necessitano, ancora, di essere debitamente indagati. Tra di essi, l’applicazione del regime dell’esenzione dal TPA alle infrastrutture duplicabili. Nell’attuale contesto normativo, infatti, la verifica circa la duplicabilità o meno dell’infrastruttura è una fase della procedura volta a garantire l’esenzione dall’obbligo di garantire l’accesso dei terzi. Tuttavia, assoggettare sempre e comunque tutte le infrastrutture – non connotate dal carattere dell’essenzialità – alla procedura di esenzione dal TPA rischia di disincentivare gli investimenti nel settore.
Carlo Scarpa esordisce con l’interrogativo che accomuna oggi molti operatori: ha senso porsi oggi interrogativi sulle modalità dello sviluppo di nuove infrastrutture, in un momento di depressione del livello della domanda? La risposta è positiva: «Vale ancora la pena di scommettere». Non ci si nasconde che gli scenari dei mercati energetici non sono incoraggianti: “il 2012 ha visto un eccesso potenziale di offerta, nel mercato italiano del gas naturale, prossimo al 50%”. Tuttavia, è necessario ancora una volta richiamare l’attenzione sulla persistenza dei molti elementi di rigidità che connotano il settore del gas naturale e, conseguentemente, quello dell’energia elettrica che al primo è strettamente connesso: la dipendenza preponderante da un’unica fonte fossile, il livello di concentrazione della fase up-stream, il rallentamento nella realizzazione delle infrastrutture d’importazione previste. In sostanza, la flessibilità è risorsa ancora scarsa, e il mercato dei servizi che possono garantire tale risorsa offre ancora delle opportunità. “Solo ad ottobre-dicembre 2012 si sono registrate” – osserva Scarpa – “variazioni day-to-day dell’8% nel mercato spot del gas naturale, con conseguenti notevoli potenzialità di guadagno”. Le ragioni del rallentamento dei progetti c.d. merchant, da sviluppare attraverso l’esenzione dal TPA, non stanno tanto nella redditività attesa, bensì nella imponderabile lunghezza dei procedimenti autorizzativi e nella mancanza, nella maggior parte dei casi, di iniziative realmente imprenditoriali.
Il ricorso a sistemi di sviluppo delle infrastrutture market driven – come è per l’appunto l’esenzione dal TPA – è eccezionale, rispetto al modello della pianificazione previsto dalle direttive comunitarie, ha rimarca Clara Poletti. La sollecitazione del mercato, laddove possibile (e cioè soprattutto nel settore del gas naturale), ai fini della realizzazione di nuove infrastrutture, pone essenzialmente il problema del corretto dimensionamento e, conseguentemente, la necessità di individuare i soggetti destinati a farsi carico dei costi sostenuti, nel caso di realizzazione di capacità in eccesso. Il carattere non vincolante delle indicazioni degli operatori, nel corso dei market test sulle nuove infrastrutture, rischia – secondo Clara Poletti – di indurre in errore i gestori di rete e le autorità competenti. Di qui la necessaria prudenza nell’impiego di strumenti market driven, come per l’appunto l’esenzione dal TPA.
«In particolare – rimarca il Capo Dipartimento Affari Internazionali, Strategie e Pianificazione dell’Aeeg – con maggiore attenzione devono essere verificate le richieste di esenzione dal TPA che comprendano, oltre a capacità infrastrutturale incrementale, anche capacità già installata (opzione questa non esclusa, in linea di principio, dalla regolazione vigente)».
Anche gli operatori presenti, Terna ed Edison, segnalano una potenziale vitalità dei progetti infrastrutturali merchant. Anzitutto, secondo quanto mette in risalto Marinella De Focatiis, l’esenzione dal TPA non significa, oggi, solamente non applicazione delle condizioni tariffarie e delle regole di accesso definite dall’Autorità di settore, ma anche esenzione dall’unbundling. Tuttavia, all’esito di una puntuale analisi casistica, emerge dalle 27 decisioni adottate dalla Commissione Europea nell’ambito di altrettante procedure di esenzione dal TPA, un progressivo sfavore nei confronti del mercato. Non solo, infatti, si registra un crescente grado di pervasività nelle prescrizione imposte a carico degli operatori, ma anche, da ultimo, un caso di vera e propria revoca, da parte della Commissione, di una decisione di esenzione rilasciata dal regolatore nazionale (impianto di stoccaggio di Damborice, 2012).
In conclusione, esce condivisa dal dibattito la fiducia nelle capacità del mercato, e la convinzione che spetti alle istituzioni, nazionali e dell’Unione, il compito di consentire la realizzazione delle potenzialità dei settori energetici. Su questa linea prosegue il lavoro dell’Osservatorio; il Direttore Scientifico Enzo Pontarollo rinvia il dibattito alla prossima giornata di studi dal titolo Pianificare l’energia: istituti, istituzioni e regole, organizzata in collaborazione con l’Università LUISS Guido Carli. L’incontro si terrà a Roma il prossimo 14 febbraio.
Evgeny Utkin, «Quotidiano Energia»
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