L’Europa ha votato per avere maggiori controlli sulle emissioni auto, sancendo una stretta sull’industria automotive. L’obiettivo è evitare un altro scandalo dieselgate. Una posizione forte che ha messo al centro l’ambiente e il clima, ma anche il consumatore che stavolta potrà chiedere e ottenere dei risarcimenti in caso sia costretto a interventi meccanici sul motore. Un diritto che viene così riconosciuto e istituzionalizzato.
Una risposta anche alla libera concorrenza per cui viene stabilito anche come le officine indipendenti avranno accesso alle informazioni relative ai veicoli così da competere con i concessionari e contribuire alla riduzione dei prezzi.
Segnale di un’Europa sempre più alla guida di un Continente recalcitrante a farsi imbrigliare. L’industria automobilistica è solo l’ultima di una lunga lista di realtà che l’UE sta rivedendo in chiave green: dall’obiettivo a zero consumi degli edifici pubblici e privati entro il 2050 alla stretta sul biologico di importazione, alle modifiche alla direttiva rifiuti per avviare il processo di economia circolare, ma anche il taglio del 30% sulle emissioni di CO2 nei settori agricolo, dei trasporti, edilizio e dei rifiuti.
In questo percorso rivedere gli aspetti finanziari, anche in ottica sostenibile, diventa centrale per poter favore il cambio di giro verso un sistema che possa supportare l’industria green dalle Pmi alle grandi aziende mantenendo competitività. Per questo mese Canale Energia punta l’attenzione sul lavoro in essere tra banche e UE per migliorare il sistema creditizio grazie agli esperti dell’ABILab –il Consorzio promosso dall’associazione Bancaria italiana-. Una risposta all’obiettivo comune sulla sfida per un industria e una civiltà che siano green e sostenibili.
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