Il voto che ognuno di noi avrà modo di esprimere alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024 deciderà quali parlamentari europei ci rappresenteranno nell’elaborazione delle nuove leggi comunitarie, fra cui quelle relative alla transizione energetica.
A ridosso della votazione, l’Alleanza contro la povertà energetica sottolinea l’importanza di una transizione giusta e inclusiva e la conseguente necessità di tutelare i diritti di tutti i cittadini, a partire dalle fasce più vulnerabili della popolazione, in modo da garantire benefici a tutti gli strati della società.
Il settore dell’energia è al centro del Green Deal europeo, dato che il suo contributo è fondamentale nella riduzione delle emissioni di gas serra e nell’aumento della qualità della vita delle persone. Vediamo qual è lo spazio che gli è stato riservato nei programmi elettorali.
I programmi dei partiti italiani e dei rispettivi gruppi europei
- Fratelli d’Italia – ECR Party
- Partito democratico – Partito dei socialisti europei
- Movimento 5 Stelle – non iscritti
- Forza Italia – Partito popolare europeo
- Lega – Partito identità e democrazia
- Stati Uniti d’Europa – ALDE, Partito democratico europeo
- Alleanza verdi e sinistra – Verdi europei
- Azione – ALDE
Fratelli d’Italia – ECR Party
Il programma del partito guidato dalla premier Giorgia Meloni contiene un intero capitolo dedicato all’indipendenza energetica e alla trasformazione dell’Italia in un “hub energetico” a livello europeo.
Fra gli obiettivi riportati, figurano: la diversificazione dei fornitori e delle fonti di energia, “con particolare attenzione alle rinnovabili e all’idrogeno”, e alla ricerca sul “nucleare da fusione”; il sostegno alle famiglie e alle imprese che decidono di investire nelle energie rinnovabili; il potenziamento delle infrastrutture necessarie e dei sistemi di accumulo; lo sviluppo delle reti intelligenti e delle comunità energetiche; la valorizzazione delle risorse nazionali e del concetto di “neutralità energetica”.
Viene citata l’importanza di “garantire l’autonomia degli Stati membri nel decidere il proprio mix energetico” e di “sviluppare, nel quadro del Piano Mattei, accordi di cooperazione e partenariati strategici con gli Stati africani produttori di energia”.
Si propone, infine, di “modificare radicalmente la direttiva sulle ‘case green’ per tutelare i proprietari di immobili ed efficientare il patrimonio edilizio in modo graduale e sostenibile, prevedendo adeguati incentivi a livello UE”.
Anche il manifesto dell’ECR Party, ovvero il gruppo dei “conservatori e riformisti europei” che include Fratelli d’Italia, sostiene un “approccio tecnologicamente neutrale”, che “promuova l’energia nucleare e ci renda pionieri nel campo dell’energia geotermica”. Si cita, inoltre, l’urgenza di “rivedere gli obiettivi più problematici del Green Deal”.
Partito democratico – Partito dei socialisti europei
Il manifesto elettorale del PD sottolinea la necessità di “accelerare al massimo il processo verso l’autonomia energetica europea” e di “costruire strumenti per la decarbonizzazione del sistema energetico attraverso i driver dell’efficienza, dell’elettrificazione dei consumi, del potenziamento delle reti, dell’investimento massiccio nella produzione dalle fonti rinnovabili”; obiettivi da raggiungere attraverso “politiche fiscali adeguate” e investimenti nella ricerca e nella formazione.
Si suggerisce di “semplificare le procedure per gli aiuti alla decarbonizzazione dei processi industriali, in particolare sui settori hard to abate”, e di prevedere restrizioni o agevolazioni al credito per le industrie in base all’impegno in processi di transizione ecologica, in piena applicazione del principio “chi inquina, paga”.
Il partito propone di incentivare, a livello nazionale, l’installazione di pannelli solari sui tetti degli edifici industriali, commerciali e agricoli. Mira anche a promuovere lo sviluppo capillare delle comunità energetiche e dei modelli di generazione distribuita e autoconsumo collettivo, “creando sinergie pubblico-privato per efficientamento energetico, contrasto alla povertà energetica e sviluppo delle società a partecipazione pubblica locale”.
Il manifesto del Partito dei socialisti europei (PSE) per le elezioni europee 2024 riporta l’obiettivo di “raggiungere un mix energetico completamente rinnovabile e pulito”, continuando a “investire nell’energia rinnovabile e nell’efficienza energetica”. Oltre alla promozione di una riforma del mercato dell’energia, si cita il contrasto alla povertà energetica: “Garantiremo le forniture alle persone più vulnerabili”, assicurano i candidati.
Movimento 5 Stelle – non iscritti
A livello europeo, il Movimento 5 Stelle fa parte dei “non iscritti”. Il programma M5S sottolinea come, ancora oggi, l’Europa importi fonti fossili per soddisfare più della metà del suo fabbisogno: “Oltre a non essere conveniente – sostengono i candidati – il modello economico-culturale esistente ha avuto la conseguenza di ampliare le disuguaglianze”.
Per questo, il partito sostiene l’importanza di una “progressiva eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” e di continuare a sostenere le economie europee tramite il NextGenerationEU e il dispositivo per la ripresa e la resilienza. “Questo Energy Recovery Fund dovrà essere destinato esclusivamente al finanziamento delle energie rinnovabili e delle azioni di efficientamento energetico e in generale della transizione verde tutta, con particolare attenzione a favore delle famiglie a basso reddito, e dovrà essere finanziato attraverso l’emissione di nuovo debito congiunto”.
Risulterebbe utile, secondo il Movimento, intervenire sugli extraprofitti delle compagnie energetiche e favorire l’utilizzo esteso di un “meccanismo di crediti fiscali europei” che possano finanziare la transizione verde.
Si sostiene anche la necessità di rafforzare il ruolo dell’ACER, l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, che “deve maggiormente aiutare a garantire il corretto funzionamento del mercato unico europeo del gas e dell’energia elettrica”. È menzionata, inoltre, l’esigenza di rivedere la tassonomia verde, in quanto l’inclusione del gas e del nucleare “indebolisce questo strumento e rischia di sottrarre risorse economiche per la transizione”.
Similarmente, il ricorso alle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) “rischia di distrarre gli investimenti pubblici dalle infrastrutture green già disponibili”, secondo i candidati M5S. I quali sostengono, invece, “l’urgenza di accelerare la predisposizione di una strategia UE per le pompe di calore”.
Forza Italia – Partito popolare europeo
Fra le priorità di Forza Italia e Noi Moderati ci sono gli investimenti nell’energia e nelle infrastrutture. I partiti mirano a trasformare l’Italia in un “hub energetico” europeo e a creare “un’Unione dell’energia che rafforzi il mercato interno attraverso infrastrutture transfrontaliere”.
La scheda tematica sull’energia che correda il programma, redatta dall’onorevole Luca Squeri, riporta sia le misure già intraprese dal governo sia le strategie future. Fra queste, segnaliamo lo “sviluppo equilibrato delle rinnovabili”, anche attraverso la diffusione delle comunità energetiche; il sostegno al settore idroelettrico; la promozione delle bioenergie, delle agroenergie, dei biocarburanti e dell’idrogeno pulito (verde e blu); la digitalizzazione dei sistemi energetici e lo sviluppo di una rete elettrica interconnessa (smart grid).
Si fa riferimento all’esigenza di “riconoscere che gas e petrolio saranno ancora importanti durante la transizione energetica” e di favorire la produzione nazionale di idrocarburi. Fra gli altri obiettivi, ci sono quello di riavviare la produzione nucleare in Italia, a cominciare dai piccoli reattori, e la creazione di una filiera per la cattura e lo stoccaggio della CO2.
Il manifesto del Partito popolare europeo, cui Forza Italia fa riferimento, cita anch’esso l’importanza di creare un’Unione energetica europea che “ci porti verso un futuro a zero emissioni di carbonio e rispettoso dell’ambiente”, anche grazie a “un approccio tecnologico aperto e neutrale”.
C’è bisogno “di un’Europa innovativa che ponga i bisogni economici, finanziari e sociali dei suoi cittadini al centro del futuro approvvigionamento energetico”, si legge nel documento. Nell’ambito della riqualificazione energetica degli edifici, si ritiene cruciale “aiutare le famiglie a far fronte all’aumento dei prezzi e alle esigenze di ristrutturazione nei prossimi anni”.
How many members of Parliament will your country elect this June?
Make sure you #UseYourVote on the candidates you want in the #EUelections2024 on 6-9 June. Sign up for voting reminders here: https://t.co/8xqxPF05M4 pic.twitter.com/svKCzwKnqG— European Parliament (@Europarl_EN) May 24, 2024
Lega – Partito identità e democrazia
Il motto del partito guidato da Matteo Salvini è “Più Italia, meno Europa”. Il programma della Lega include un capitolo dedicato al Green Deal europeo che, secondo i leghisti, dev’essere rivisto “da cima a fondo, affinché obiettivi e tempistiche siano realistici”. “Risulta urgente affrontare le politiche climatiche con maggior pragmatismo – si legge nel documento – per evitare di de-industrializzare l’UE senza apportare alcun beneficio all’ambiente a livello globale”.
C’è poi una sezione dedicata alla neutralità tecnologica e, in particolare, a una “re-industrializzazione autentica che sfrutti tutte le tecnologie disponibili” e che sia in grado di assicurare la sostenibilità dei costi e la valorizzazione delle “filiere industriali dei nostri territori”, così da “ridurre la dipendenza da Paesi terzi, come la Cina”.
La Lega propone investimenti nel nucleare e nella ricerca sui piccoli reattori e sull’energia da fusione. Sottolinea, inoltre, l’importanza di “accrescere il potenziale delle fonti di energia rinnovabile”, fra cui quella idroelettrica, geotermica e quelle legate all’utilizzo delle biomasse, e di sostenere “misure che favoriscano l’estrazione, trasformazione e riciclaggio di materie prime nell’UE”.
Il partito ha, infine, l’obiettivo di “cancellare la Direttiva case green” e di “salvaguardare il futuro del motore endotermico, eliminandone la messa al bando dal 2035” e legittimando l’utilizzo dei biocarburanti.
Al Parlamento europeo, la Lega fa parte del Gruppo identità e democrazia. Il programma dell’omonimo partito si concentra soprattutto sulla difesa delle sovranità nazionali nel contesto dell’Unione europea.
Stati Uniti d’Europa – ALDE, Partito democratico europeo
La lista degli Stati Uniti d’Europa riunisce +Europa, il partito di Emma Bonino; Italia Viva, quello di Matteo Renzi, e altre formazioni. Il documento programmatico non cita esplicitamente l’energia, ma include un capitolo sull’Europa “della sostenibilità ambientale ed economica”.
Obiettivo dei partiti è quello di far sì che l’Unione assuma “un importante ruolo di attore sovra-nazionale capace di contemperare sviluppo e rispetto dell’ambiente”, cosicché il sistema industriale possa rappresentare un player fondamentale nel processo di decarbonizzazione.
C’è poi l’impegno a “far leva sull’intelligenza artificiale per ottimizzare i servizi pubblici e l’utilizzo delle risorse comuni, stimolare la crescita economica e migliorare la qualità della vita dei cittadini, garantendo al contempo che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile e nel pieno rispetto dei diritti individuali”.
L’Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa (ALDE), nel quale rientra +Europa, intende battersi per il risparmio energetico e la diffusione dell’energia pulita. Rifiutando l’idea che il gas naturale possa essere considerato “green”, l’ALDE sostiene invece la centralità dell’energia nucleare e dei sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio. Insiste sulla necessità di semplificare le procedure di autorizzazione dei progetti legati alle energie rinnovabili e di lavorare alla creazione di un mercato elettrico integrato su scala europea.
Il Partito democratico europeo, punto di riferimento di Italia Viva, mira a creare una “Politica energetica comune” (simile alla Politica agricola comune). L’obiettivo è far sì che agli Stati membri vengano “prestati” i fondi necessari per investire in quattro aree: ristrutturazione energetica degli edifici, reti intelligenti, sistemi di stoccaggio dell’energia e produzione di energia rinnovabile.
Alleanza verdi e sinistra – Verdi europei
“Il nostro impegno è per un’Europa alimentata solo da energie rinnovabili entro il 2040, un sistema energetico de-carbonizzato e de-nuclearizzato, efficiente e accessibile, fondato sull’idea di comunità e che promuova l’indipendenza energetica. Per noi, l’energia deve essere democratica: tutte e tutti devono poterla liberamente produrre e scambiare”. Questo è quanto si legge nel programma europeo dell’Alleanza verdi e sinistra.
Fra gli obiettivi elencati, segnaliamo la volontà di mettere fine all’era dei combustibili fossili, eliminando gradualmente anche i sussidi ambientalmente dannosi, e quella di investire nell’energia eolica e solare, nell’agrofotovoltaico e nell’efficientamento energetico degli edifici. Sarà quindi necessario, secondo i candidati, istituire un fondo europeo di almeno duemila miliardi di euro, favorire l’accesso agli incentivi da parte delle fasce più vulnerabili della popolazione e approvare “una direttiva quadro sulla transizione giusta in Europa”.
C’è poi l’intenzione di introdurre un tetto europeo annuale al prezzo del gas e dell’elettricità, “da finanziare con una imposta UE sugli extraprofitti energetici”, e di “democratizzare l’energia”, attraverso il supporto alle comunità energetiche rinnovabili.
Un’Europa 100 per cento rinnovabile al 2040 è anche fra le priorità dei Verdi europei, che la ritengono un’opportunità unica per ridurre gli eventi meteorologici estremi e creare “due milioni di nuovi posti di lavoro”. I Verdi propongono investimenti per almeno duecento miliardi di euro l’anno nella transizione verde, volti a finanziare anche l’installazione di “pannelli solari su tutti i tetti” e l’isolamento termico degli edifici, proteggendo le famiglie più vulnerabili. “Questo piano sarà finanziato tassando di più gli individui più ricchi, sradicando i sussidi ai combustibili fossili e facendo leva sui finanziamenti europei”.
Azione – ALDE
La lista “Siamo europei” del partito guidato da Carlo Calenda riporta, fra i punti programmatici fondamentali, lo sviluppo di una politica industriale comune, la riforma del Green Deal e la revisione di alcune normative approvate, fra cui la Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (case green).
Nel capitolo sulla transizione ecologica, il nucleare e i processi di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica sono citati fra le tecnologie che, accanto alle rinnovabili, “potrebbero contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali al 2030” – che, secondo i candidati, andrebbero posticipati al 2035 –. Si ipotizza dunque di “rimuovere gli obblighi di installazione di capacità rinnovabile che sono stati predeterminati dalla Commissione europea per ogni Paese”.
“Ogni Stato – si legge nel manifesto – deve poter scegliere il mix energetico low-carbon più efficace sulla base delle proprie caratteristiche (es.: quantità di sole e vento, biogas, nucleare, etc.) e di analisi costi-benefici”.
Si propone, infine, di “ripensare la strategia sui materiali rari e le filiere green, investendo in ricerca e sviluppo di tecnologie verdi che utilizzino materiali più disponibili, e potenziare l’estrazione di quelli rari”.
Anche Azione, come +Europa, è fra i membri dell’ALDE. Come segnalato precedentemente, il programma di liberali e democratici mette in luce il ruolo del risparmio energetico e dell’energia pulita nel processo di decarbonizzazione dell’Europa. Rifiutando l’idea che il gas naturale possa essere considerato “green”, l’Alleanza sostiene invece la centralità dell’energia nucleare e dei sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio. Insiste sulla necessità di semplificare le procedure di autorizzazione dei progetti legati alle FER e di aumentare le interconnessioni elettriche fra gli Stati membri dell’UE.
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