È oggi, primo agosto, che cade l’Earth Overshoot Day 2024. Questo significa che abbiamo già esaurito le risorse naturali che avremmo dovuto consumare in un anno, come ci ricorda il Global Footprint Network. Siamo così avidi che avremmo bisogno di 1,75 pianeti come la Terra.
Cos’è l’Overshoot Day
La data dell’Overshoot Day viene calcolata mettendo a confronto la biocapacità della Terra con l’impronta ecologica dell’umanità. Se l’anno scorso era stato il 2 agosto, nel 1974 era stato il 30 novembre. “Se fino agli anni Sessanta l’umanità era più o meno in equilibrio con la natura, di anno in anno la data si è spostata scalando il calendario, per arrivare oggi all’inizio di agosto”, commenta Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia.
— wwfitalia (@WWFitalia) July 31, 2024
#MoveTheDate
Fortunatamente, disponiamo di “molte soluzioni mirate per invertire il sovrasfruttamento delle risorse e sostenere la rigenerazione della biosfera nella quale viviamo. Le opportunità provengono da tutti i settori della società”. Ecco qualche esempio:
- se usassimo energia generata al 75% da fonti rinnovabili, potremmo posticipare l’Overshoot Day di 26 giorni;
- sfruttando al meglio le tecnologie legate all’efficienza energetica, potremmo recuperare altri 21 giorni;
- dimezzando il consumo di carne, guadagneremmo 17 giorni;
- azzerando gli sprechi alimentari, conquisteremmo qualcosa come 13 giorni.
La chiave per uno sviluppo sostenibile
Noi italiani siamo fra i primi popoli che dovrebbero “farsi un esame di coscienza”, considerando che abbiamo esaurito le risorse nazionali a maggio. “Esaurire le risorse ecosistemiche di un determinato anno è un po’ come superare il plafond della carta di credito, ma con una differenza: non c’è un soggetto terzo, una banca, che possa impedire all’umanità di continuare a fare debiti”, aggiunge Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia.
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“Spetta a noi stessi il compito di invertire la rotta, di abbandonare stili di consumo che ignorano il senso del limite e mortificano il concetto di sobrietà”. L’organizzazione sostiene che l’agroecologia sia la chiave per uno sviluppo sostenibile. Ripensare i nostri modelli di produzione e di consumo è indispensabile: non a caso, è fra gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
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