L’industria petrolifera, del gas e chimica sta investendo in progressi tecnologici basati sul digitale, tra cui automazione, Internet of Things, analisi cloud e integrazione dei dati. L’analisi di Deloitte sulle metriche di settore, Integrating value chains in oil, gas, and chemicals, mostra che negli ultimi cinque anni la spesa per le tecnologie informatiche è aumentata del 26%. Questo cambio di passo ha contribuito a migliorare l’efficienza e non solo.
Sebbene l’attenzione della transizione digitale del settore si sia concentrata principalmente sulla riduzione dei costi e sul miglioramento dell’efficienza, questi investimenti infatti hanno anche migliorato l’impatto ambientale delle operazioni del settore petrolifero e del gas. Si è osservata una riduzione delle emissioni per le 25 principali società oil & gas del 3%. Tuttavia, lo studio evidenza che “questi progressi digitali non sono ancora pienamente sfruttati per sviluppare nuove attività”, in particolare quelle a basse emissioni di carbonio, o per integrarle efficacemente con le attività esistenti.
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Modelli operativi basati sulla domanda e digitale
L’implementazione di sistemi di gestione solidi è essenziale per garantire prestazioni costanti e generare valore dall’integrazione. Ciò implica la progettazione di modelli operativi e strutture organizzative a supporto di processi decisionali più dinamici e flessibili. Con il passaggio da modelli operativi basati sull’offerta a modelli basati sulla domanda, “le aziende inizieranno probabilmente a ripensare la struttura, i processi, il flusso di lavoro, i sistemi e le strategie di gestione dei talenti della propria organizzazione” afferma lo studio. Questa visione sarà fondamentale man mano che gli obiettivi si espanderanno dalla riduzione dei costi e dal miglioramento dell’efficienza alla differenziazione di prodotti e servizi. In base alle previsioni tracciate, la struttura organizzativa evolverà probabilmente di pari passo con il modello operativo.
Circa il 90% delle prime 100 aziende petrolifere, del gas e chimiche a livello globale adotta una struttura divisionale centralizzata per garantire una gestione coerente del rischio e un’efficace gestione dei progetti. Questo si estende anche alle iniziative a basse emissioni di carbonio. Al contrario, circa il 70% delle principali aziende innovative e a basse emissioni di carbonio aderisce a strutture funzionali o a matrice decentralizzate per integrare meglio le nuove iniziative e adattarsi rapidamente ai cambiamenti di mercato e tecnologici. Il cambiamento è possibile: “Integrando elementi di strutture sia centralizzate che decentralizzate, le aziende petrolifere, del gas e chimiche possono offrire una certa flessibilità per promuovere l’innovazione e migliorare l’agilità decisionale”. Così sarà possibile bilanciare contempo gli obblighi di conformità e di gestione del rischio. Ciò potrebbe comportare la formazione di team autonomi e multidisciplinari per nuovi progetti energetici, integrati da una governance centralizzata.
Costruzione di catene di valore, mercati e maturità tecnologica
Quando si commercializzano nuove, e in continua evoluzione, opportunità energetiche, “spesso si riscontra maggiore incertezza riguardo alla costruzione di catene del valore, mercati e maturità tecnologica”. Questi rischi possono aumentare direttamente il costo del capitale di un’azienda, rendendo difficile il finanziamento. Pertanto, è fondamentale identificare, valutare e sviluppare strategie attraverso un solido processo di valutazione dei rischi e delle opportunità. Le aziende possono utilizzare le tecnologie digitali per sfruttare dati, processi e conoscenze. Nella fase di ricerca e progettazione, questo potrebbe aiutare a ridurre i tempi dal laboratorio al mercato, e nella fase di produzione, a ottenere efficienze attraverso una produzione più intelligente.
Ad esempio, i ricercatori della North Carolina State University, in collaborazione con diverse altre organizzazioni, stanno sviluppando un sistema di gestione dei rifiuti basato sull’intelligenza artificiale che supporta l’economia circolare. Il processo utilizza sensori intelligenti, telecamere visive e iperspettrali e tecnologie di selezione automatizzata per identificare e caratterizzare i materiali organici presenti nei rifiuti non riciclabili, convertendoli in prodotti e combustibili rinnovabili. Il progetto è concepito per massimizzare la produzione di biocarburanti (da rifiuti organici) e di materiale riciclato, riducendo così il volume di rifiuti che finiscono in discarica. Più in generale, le aziende possono utilizzare le tecnologie digitali per integrare persone, processi e risorse tra le diverse funzioni e aree geografiche dell’organizzazione, facilitando un processo decisionale più rapido e consapevole.
La chiave per sbloccare il valore dell’intelligenza artificiale generativa
Più nel dettaglio, negli ultimi cinque anni, la spesa per il software-as-a-service da parte del settore oil & gas è aumentata del 63%, superando l’aumento del 14% delle spese in conto capitale del settore. Questo a “dimostrazione del valore dell’outsourcing di capacità non strategiche attraverso soluzioni best-in-class o personalizzate”. Ora il settore si trova di fronte all’opportunità di aggiungere nuove capacità e integrare i sistemi esistenti, dalla pianificazione delle risorse aziendali all’intelligenza artificiale, che hanno svolto un ruolo chiave nella costruzione di un sistema integrato all’interno delle aziende. In altre parole, le aziende con una solida base digitale e sistemi integrati saranno probabilmente in grado di sfruttare l’AI generativa in modo più rapido ed efficace.
Lo studio propone un modello per le organizzazioni: “È necessario adattare i modelli fondamentali integrando le conoscenze istituzionali specifiche di settore, di dominio funzionale e aziendali nel corpus di conoscenze a disposizione dei modelli”. La chiave per sbloccare il valore dell’intelligenza artificiale generativa va oltre la semplice implementazione della tecnologia: “La vera realizzazione del valore deriva dal fornire alla tecnologia l’accesso a un set di dati robusto e pertinente attraverso un processo che fornisca risultati affidabili e pertinenti per l’azienda”. Ciò richiederà solide pratiche di data engineering a livello aziendale che garantiscano l’accessibilità dei dati a tutti i reparti, mantenendo al contempo consolidati standard di sicurezza etica e di rischio che assicurino operazioni imparziali, affidabili e legali, contribuendo a promuovere la fiducia.
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