Dalla salute del suolo alla qualità dell’aria, la tutela del Pianeta passa dalla cooperazione internazionale

Al Forum Economico Eurasiatico di Samarcanda, sono emerse grandi opportunità di scambi virtuosi fra Italia e Uzbekistan.

“Produciamo abbastanza cibo per sfamare tutti, ma ne sprechiamo un terzo. Gli attuali sistemi agroalimentari sono insostenibili sia per l’ambiente, sia per la nostra salute”. Lo ha dichiarato Viorel Gutu, rappresentante della FAO in Uzbekistan, al XVI Forum Economico Eurasiatico che si è svolto il 3 e il 4 novembre a Samarcanda.

XVI Forum Economico Eurasiatico, Samarcanda, Uzbekistan
Foto di Aboodi Vesakaran su Unsplash

Secondo Gutu, è necessario lavorare su tre fronti: l’integrazione dell’azione climatica nelle politiche agroalimentari, l’innovazione tecnologica e l’inclusione sociale. Per garantire la sicurezza alimentare nei Paesi eurasiatici, in particolare, c’è bisogno di un ammodernamento delle infrastrutture, di un migliore utilizzo delle risorse naturali e dello sviluppo dell’agricoltura di precisione.

Le sfide per l’agricoltura uzbeka

In Uzbekistan, che può vantare anche una fiorente industria vitivinicola, il settore agricolo contribuisce al 27 per cento del PIL. “Abbiamo molte sfide da affrontare, a partire dalla gestione delle risorse idriche. Puntiamo a investire in colture che abbiano una resa maggiore, siano più resistenti ai parassiti e sappiano adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici. Servono nuovi approcci, tecniche di smart agriculture e agrotecnologie”, ha dichiarato Ibrokhim Abdurakhmonov, Ministro dell’Agricoltura della Repubblica uzbeka.

Le strategie per limitare i consumi di acqua e di energia

A proposito di agrotecnologie, il gruppo italiano FRI-EL – produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili – ha investito nella realizzazione di serre ipertecnologiche per la produzione di pomodori, che vengono riscaldate con l’acqua calda prodotta dalle centrali elettriche adiacenti. L’impiego delle tecniche di coltivazione idroponica si traduce in un risparmio idrico del 70 per cento.

E non è tutto: “Stiamo realizzando un impianto geotermico da 240 MW a tre chilometri dalle serre”, ha spiegato Florian Gostner, CEO di FRI-EL Green House e COO di FRI-EL GEO. “Ecco perché, in Uzbekistan, stiamo lavorando a una partnership con il gruppo Eriell, che vorremmo al nostro fianco per l’intero progetto Pangea, il quale consiste nella realizzazione di quindici impianti geotermici nei pressi delle più grandi città italiane”.

Il ruolo della tecnologia nella salvaguardia della nostra salute

Un’altra tecnologia promettente in ambito agricolo è Imbibo: si tratta di un polimero che, una volta posizionato nel terreno, assorbe l’acqua e la rilascia lentamente. Il suo impiego consente di dimezzare il consumo di risorse idriche per l’irrigazione e di aumentare il raccolto del 30 per cento. Un’idea che arriva da “The Blue Planet”, proprio come Airlite, pittura che trasforma le pareti degli edifici in un purificatore d’aria naturale.

Del resto, l’aria è una delle risorse più preziose di cui disponiamo, proprio come l’acqua: entrambe sono alla base della nostra vita sulla Terra. Respirare aria pulita è un diritto, al pari di un ambiente sano e di una dieta sana. È fondamentale, quindi, adottare policy e diffondere tecnologie per la riduzione dell’inquinamento atmosferico su scala internazionale.

La cooperazione scientifica e tecnologica fra Italia e Uzbekistan

“Per fortuna, quello della qualità dell’aria è un tema che oggi rientra nell’agenda politica di quasi tutti i governi. Sia con politiche rivolte alla mitigazione del cambiamento climatico, sia con misure che guardano al benessere della persona e alla qualità dell’aria indoor”, ha commentato Antonio Cianci, CEO “The Blue Planet” e presidente dell’Air Quality Alliance.

Antonio Cianci
L’intervento di Antonio Cianci al XVI Forum Economico Eurasiatico di Verona, svoltosi nella città di Samarcanda © Elisabetta Scuri/Canale Energia

“Italia e Uzbekistan hanno un rapporto privilegiato da moltissimo tempo, e senza dubbio la volontà del governo uzbeko di trasformare la nazione in una piattaforma per le interazioni con gli altri Paesi dell’Asia centrale può portare a scambi sempre più proficui, specialmente nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia”, ha concluso Cianci. Non sembra essere un caso che i colori della bandiera dell’Uzbekistan rappresentino la natura, la purezza, il cielo e le acque.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.