Cresce il numero di occupati nel settore dell’energia pulita, ma la domanda supera l’offerta

Per ogni posto di lavoro perso nel settore dei combustibili fossili, se ne verranno a creare circa due nel settore dell’energia pulita, secondo l’IEA. Per cogliere l’opportunità, però, è indispensabile investire nella formazione dei lavoratori.

Il numero di occupati nel settore globale dell’energia è salito a 67 milioni nel 2022, segnando un incremento di 3,5 milioni rispetto ai livelli precedenti alla pandemia.

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Oltre metà della crescita occupazionale nel periodo considerato è dipesa da cinque settori: fotovoltaico, eolico, mobilità elettrica, minerali critici e pompe di calore. Di questi cinque settori, il fotovoltaico è quello che vanta il maggior numero di occupati (quattro milioni), mentre la mobilità elettrica (EV e batterie) è quello che ha fatto registrare la crescita più rapida, con oltre un milione di posti di lavoro in più dal 2019.

Il report “World Energy Employment 2023” dell’IEA

È quanto emerge dal report World Energy Employment 2023 dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), pubblicato oggi, 15 novembre. I posti di lavoro nell’ambito dell’energia pulita, che sono arrivati a rappresentare più della meta del totale, sono aumentati ovunque nel mondo, con la forza lavoro cinese che ha vissuto una delle più importanti riconversioni. Qualcosa da cui prendere esempio, considerando che, secondo le analisi dell’IEA, la domanda di lavoratori qualificati supera l’offerta.

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L’impatto della transizione energetica nel mondo del lavoro

L’agenzia stima che la metà dei lavoratori nell’industria dei combustibili fossili che affrontano il rischio di licenziamento in questo decennio abbia le competenze richieste dai settori legati all’energia pulita. Molti di questi lavoratori potrebbero passare a nuovi ruoli con circa quattro settimane di formazione aggiuntiva, come gli 1,2 milioni di dipendenti che potrebbero passare dal riscaldamento a combustibili fossili alle pompe di calore o i 4 milioni di occupati che potrebbero passare dalla mobilità tradizionale a quella elettrica, da qui al 2030, nello scenario “zero emissioni nette”.

Net zero scenario IEA

La richiesta di green skills a livello globale

In questo scenario, coerente con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5 °C, si verrebbero a creare 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel settore dell’energia pulita entro il 2030, mentre quasi 13 milioni di posti di lavoro nelle industrie legate ai combustibili fossili risulterebbero a rischio. Ciò significa che, per ogni posto di lavoro perso nell’industria dei combustibili fossili, se ne verrebbero a creare circa due nell’ambito dell’energia pulita. I nuovi posti di lavoro potrebbero non trovarsi nello stesso luogo né richiedere le stesse competenze: sarebbe quindi fondamentale che decisori politici e aziende si concentrassero sulla formazione professionale dei lavoratori e sullo sviluppo delle loro capacità per garantire l’incisività della transizione energetica.

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“L’accelerazione senza precedenti che abbiamo visto nelle transizioni verso l’energia pulita sta creando milioni di nuove opportunità di lavoro in tutto il mondo, ma le nuove posizioni non vengono ricoperte abbastanza rapidamente. I governi, l’industria e le istituzioni educative devono mettere in atto programmi per fornire le competenze necessarie nel settore energetico per tenere il passo con la crescente domanda, in particolare per produrre e costruire i progetti di energia pulita necessari per raggiungere i nostri obiettivi energetici e climatici”, ha commentato infatti Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA.


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