Sarà l’Asia che, tra il 2023 e il 2027, contribuirà per il 58 per cento all’aumento della capacità globale delle unità di cracking catalitico a letto fluido (Fluid Catalytic Cracking Units, FCCU), impiegate soprattutto nella produzione di benzina. È quanto emerge dal report pubblicato il primo luglio da GlobalData, società di consulenza e analisi dei dati.
Parliamo di un contributo, da parte del continente asiatico, di 1.828 mbd (migliaia di barili al giorno) entro il 2027. Di questi, 1.421 proverranno probabilmente da raffinerie di nuova costruzione, mentre il resto dall’espansione degli impianti esistenti.
Cracking catalitico, Cina e India in testa
“La Cina guiderà la classifica, con 513 mbd provenienti da sette diverse raffinerie, seguita dall’India con 388 mbd – 187 dei quali grazie all’impianto di Vadinar”, spiega Himani Pant Pandey, analista Oil & Gas di GlobalData.
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Anche l’apporto del Medio Oriente in termini di aumento della capacità globale di FCCU sarà significativo (16,8 per cento), specialmente grazie alle iniziative in Iraq (308 mbd). “A seguire ci sarà l’Africa con il 16,7 per cento, soprattutto grazie all’espansione di una raffineria in Nigeria”, conclude Himani Pant Pandey.
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