COP27, il loss and damage entra in Agenda

  • Togheter for implementation, con questo slogan si è aperta ieri 6 novembre a Sharm El-Sheikh, in Egitto, COP27.
  • Intanto si registrano i primi successi, almeno su carta.
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La conferenza di apertura di COP27, immagine presa dal video

Con la presidenza di Sameh Shoukry per la prima volta dall’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite sul clima, le Parti hanno deciso di introdurre il finanziamento per perdite e danni, il cosiddetto loss and damage, come punto all’ordine del giorno della Conferenza sul clima.

Nelle sue osservazioni, il Presidente della COP27 ha invitato i Paesi a mostrare fiducia nel multilateralismo nelle prossime due settimane mentre negoziano per raggiungere gli obiettivi della Convenzione sul clima e dell’Accordo di Parigi.

Non basta il loss and damage, lo sforzo finanziario deve compensare anche i Paesi in via di sviluppo

Intanto gli esperti puntano il dito sui finanziamenti, aspetto centrale soprattutto per i Paesi in via di sviluppo che non vogliono dover pagare soli il peso dei cambiamenti climatici. “Il finanziamento è stato un tema centrale a Glasgow e lo è anche quest’anno. I Paesi industrializzati hanno promesso ai Paesi in via di sviluppo 100 miliardi di dollari di finanziamenti annuali per il clima entro il 2020, ma i calcoli dell’OCSE mostrano che i fondi sono stati inferiori di 17 miliardi di dollari e si è trattato di prestiti piuttosto che di sovvenzioni richieste. Canada e Germania presenteranno alla COP27 un rapporto che analizza questo punto e propone soluzioni. A causa della situazione economica, riteniamo improbabile che vengano assunti impegni maggiori, ma ci aspettiamo che le iniziative per migliorare l’impatto dei programmi delle istituzioni internazionali come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale vengano ampiamente sostenute”. Sostengono Joe Horrocks-Taylor, Senior Associate, Investimenti Responsabili e Albertine Pegrum-Haram, Senior Associate, Investimenti Responsabili di Columbia Threadneedle Investments.

Un’allerta che segue quanto dichiarato a margine dell’evento alla Reuters da Christine Lagarde, il capo del Fondo Monetario Internazionale: il prezzo del carbonio ha bisogno di una media di almeno 75 dollari a tonnellata a livello globale entro la fine del decennio perché gli obiettivi climatici mondiali abbiano successo.

Intanto oggi il segretario generale ONU Antonio Guterres ha evidenziato come il patto debba garantire “che tutti i Paesi compiano uno sforzo supplementare per ridurre le emissioni in questo decennio in linea con l’obiettivo di 1,5 gradi”.


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