L’Italia si sta avvicinando a una stabilità energetica dopo la crisi del 2022. E’ quanto dichiara in sintesi la Relazione Annuale sulla Situazione energetica nazionale 2024, realizzata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, MASE e presentata ieri 1 ottobre a Roma.
“Il Rapporto, frutto di un prezioso lavoro tra le istituzioni e realtà di riferimento del settore – spiega il titolare del MASE Gilberto Pichetto Fratin ad apertura lavori – ci restituisce l’immagine di un Paese che, nonostante le difficili congiunture internazionali, va nella direzione auspicata anche dal nostro PNIEC: quella di una maggiore sicurezza energetica e dello sviluppo di fonti rinnovabili”.
Il Ministro ha proseguito evidenziando come nel 2023 il Paese abbia ridotto la dipendenza dalle importazioni energetiche estere, sottolineando tuttavia l’importanza di un’analisi critica dei dati e la necessità di comprenderne i fattori endogeni ed esogeni che potrebbero influenzare le previsioni future, al fine di garantirne l’accuratezza.
Un’analisi importante, spiega Pichetto, per poter correggere errori passati attraverso un più attento scrutinio dei dati oggi a nostra disposizione, senza temere di ammettere sbagli pregressi.
Consumi energetici annuali i dati del 2023
Nonostante sia ancora tangibile l’effetto delle conseguenze della guerra russo-ucraina nel settore energetico italiano, alcuni dati sorridono al Bel Paese. Vi è stata una diminuzione di domanda di gas naturale di sette punti percentuale rispetto al 2022. Mentre il costo è tornato ai livelli pre-conflitto. Sono stati coperti grazie alle fonti di energia rinnovabile una quota pari al 19,8% dei consumi. Si tratta di un dato in aumento di circa 0,7 punti percentuali rispetto al 2022.
Si attenua la dipendenza del nostro Paese dall’estero: la quota di importazioni nette rispetto alla disponibilità energetica lorda scende dal 79,2% del 2022 al 74,6% dello scorso anno. Forte il calo nelle importazioni di combustibili solidi (-2922 ktep, -38%), di energie rinnovabili e bioliquidi (-621 ktep, -22%) e di gas naturale (-8.823 ktep, -15%). Meno marcato il contenimento dell’import netto di petrolio e prodotti petroliferi, con (-1926 ktep, -2,5%), compensato da una crescita del 15% dell’import netto di energia elettrica. La produzione nazionale è in aumento di 1.461 ktep, (+ 4,2% rispetto al 2022), attribuibile soprattutto all’aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Tra le ricadute positive la diversificazione nell’approvigionamento ha garantito alla famiglia tipo in Italia un risparmio fino a 1006 euro sulle spese per l’energia rispetto al 2022, distando tuttavia ancora alcune centinaia di euro dalla media degli anni precedenti, come riportato dai dati del MASE (tabella a seguire).
Anche il cambiamento climatico e la transizione energetica incidono sul consumo medio annuo. Gli incentivi statali che hanno permesso un migliore efficientamento energetico di molte abitazioni, unito ad inverni più miti, hanno portato a una riduzione della necessità di utilizzo di sistemi di riscaldamento domestico, segnalando una diminuzione di energia usata dalle famiglie del 7,3% nel biennio 2021-2023.
Tale diminuzione tuttavia non è in linea con una riduzione del costo dell’energia, anzi, nello stesso biennio la spesa sostenuta in merito è aumentata del 28,1%. Dati che stimolano una riflessione sulla necessità per l’Italia di avere una più forte indipendenza energetica.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.