Il cambiamento climatico è un tema oramai centrale che va affrontato in maniera urgente su scala globale. Della necessità di agire ha preso atto anche il mondo finanziario e tante sono anche le proposte per adottare stili di vita in linea con un approccio green al pianeta.
JP Morgan avverte i suoi investitori dei rischi del climate change
Senza un’azione efficace per contrastare il cambiamento climatico si potrebbe arrivare ad avere esiti catastrofici. Ad affermarlo è il gruppo bancario JP Morgan che, come scrive il Guardian, ha lanciato lanciato l’allarme ai suoi clienti. La banca, tra i maggiori finanziatori dei combustibili fossili, ha in particolare stilato un documento sui rischi economici del riscaldamento globale causato dall’uomo in cui si dice che è necessario un cambio deciso di rotta altrimenti le conseguenze saranno irreversibili.
Il ministro Costa in visita alla base del Cnr alle Svalbard
Rimanendo in tema di climate change, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, insieme alla delegazione del Ministero dell’ambiente e quella del Cnr capitanata dal direttore del dipartimento Scienze del sistema terrestre e tecnologie ambientali, Fabio Trincardi, hanno visitato in questi giorni la base italiana del Cnr di Ny Alesund. Al centro della visita le ricerche portate avanti sugli effetti del cambiamento climatico che nell’Artico sta registrando ritmi più rapidi di quelli ipotizzati finora.
“Sono venuto qui principalmente per ascoltare – spiega in una nota il ministro Costa – e sono stato accolto, alla base italiana del Cnr di Ny Alesund, dai nostri scienziati che con straordinaria competenza e dedizione stanno mappando la crisi ambientale studiandola attraverso i dati analitici raccolti circa numerosi fattori climatici ed ambientali. Dal ritiro dei ghiacciai sul continente, alla riduzione del ghiaccio marino, alle penetrazione delle acque atlantiche in Artico (e nel fiordo dove ci troviamo), dalle temperature dell’aria alla presenza di aerosol antropogenici”.
Nel corso del tour si è svolta la visita alla Climate change tower, fiore all’occhiello della ricerca Italiana.
“Il Cnr – commenta in nota Trincardi – è impegnato in prima linea con il suo nuovo istituto di Scienze polari, le sue collaborazioni con la comunità scientifica internazionale e gli altri Istituti che studiano l’atmosfera e il mare per comprendere come gli impatti antropici sul pianeta Terra stiano drammaticamente alterando il sistema climatico, la biodiversità e i cicli biogeochimici a scala globale. L’Artico è un luogo decisivo dove l’aumento di temperatura causato dall’uomo rischia di essere amplificato con ricadute sull’intero pianeta”.
Una tassa sulla carne contro l’emergenza climatica
Un contributo alla lotta al climate change può venire anche dalle scelte alimentari. Come si legge sul Guardian, secondo un recente rapporto realizzato da Ce Delft per la coalizione Tapp – True animal protein prime coalition (associazione di organizzazioni del settore sanitario, che lavorano per misure politiche efficaci volte a ridurre il consumo di carne e latticini nell’Ue) una tassa sulla carne per contrastare il danno ambientale legato a questa filiera potrebbe essere una carta vincente per arginare il danno ambientale e potrebbe aumentare miliardi per aiutare gli agricoltori e i consumatori a produrre e mangiare cibo migliore, secondo un rapporto.I costi legati a questa tassa provocherebbe un aumento del prezzo della carne bovina di 0,47 € per 100 g.
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