C’è la crisi climatica dietro all’ondata di calore in Europa

Senza il riscaldamento globale, Cina, Europa e Nordamerica non avrebbero raggiunto temperature simili, secondo World Weather Attribution.

Ondate di calore
Foto di Raphael Wild/Unsplash

È arrivata la conferma da parte della comunità scientifica: l’intensità delle ondate di calore che, nell’ultimo mese, hanno colpito l’Europa, la Cina e il Nordamerica è dipesa dalla crisi climatica. Lo hanno dimostrato i ricercatori di World Weather Attribution, in uno studio pubblicato il 25 luglio 2023.

Urge una rapida riduzione delle emissioni di gas serra

In Europa e Nordamerica, si legge nella ricerca, “questi eventi sarebbero stati pressoché impossibili senza i cambiamenti climatici”, mentre in Cina sono diventati cinquanta volte più probabili. Le emissioni di gas serra generate dalle attività umane hanno reso l’ondata di calore europea più calda di 2,5 °C, quella nordamericana di 2 °C e quella cinese di 1 °C.

Una situazione allarmante che, senza una rapida riduzione della quantità di anidride carbonica in atmosfera, è destinata a peggiorare. Con un ulteriore aumento delle temperature medie globali di 0,8 °C, che porterebbe a un incremento complessivo di 2 °C rispetto al periodo preindustriale, ondate di calore come quelle appena sperimentate si potrebbero presentare ogni due-cinque anni.

World Weather Attribution ondate di calore crisi climatica
Grafici realizzati dai ricercatori di World Weather Attribution.

L’appello del WWF

Per questo, secondo il WWF Italia, il nostro governo dovrebbe puntare a obiettivi più ambiziosi di quelli stabiliti finora. “I prossimi banchi di prova saranno il PNIEC e il varo del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, ha sottolineato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia dell’organizzazione.

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“Nel caso del PNIEC, bisogna mostrare molto più coraggio e cambiare strada davvero, andando verso l’uscita rapida da tutti i combustibili fossili e il 100 per cento di energia rinnovabile. Per il Piano di adattamento, servono scelte precise e risorse: dobbiamo preparare il sistema a gestire le conseguenze su persone ed ecosistemi in ogni ambito”.


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