CCUS: si prevede una crescita significativa al 2030, ma preoccupano i costi

L’analisi di ABI Research

Il valore del mercato delle tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (Carbon Capture, Utilization and Storage; CCUS) passerà dai 4,89 miliardi di dollari del 2024 a 8,04 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) dell’8,7 per cento.

CCUS cattura carbonio
Foto di Wim van ‘t Einde su Unsplash

È quanto emerge da un report pubblicato nel mese di agosto da ABI Research, società globale di intelligence tecnologica. Dopo un’iniziale fase di rallentamento, la crescita vera e propria comincerà dopo il 2026-2027, grazie al completamento di progetti esistenti e alla pianificazione di nuove iniziative.

La cattura del carbonio per la decarbonizzazione delle industrie hard-to-abate

“Le tecnologie di CCUS sono ritenute fondamentali per il raggiungimento della neutralità climatica, avendo un immenso potenziale di decarbonizzazione utile a ridurre le emissioni delle industrie hard-to-abate”, spiega Alex McQueen, analista di ABI Research. “Il mercato è governato da una combinazione di crescenti preoccupazioni di carattere ambientale, nuove policy volte a promuovere processi industriali sostenibili e pressioni da parte dei clienti per limitare le emissioni legate all’operatività”.

Il ruolo chiave del Nordamerica e il potenziale dell’Europa

Leader del mercato è il Nordamerica, che rappresenta il 50 per cento della capacità operativa globale, per un valore di 2,47 milioni di dollari. Sarà però l’Europa a far registrare l’espansione più rapida fra il 2024 e il 2030, con un tasso annuo di crescita composto del 35,2 per cento, soprattutto grazie a iniziative istituzionali come l’Innovation Fund.

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A livello globale, la maggior parte dei progetti è stata avviata nel settore dell’oil & gas, e ci si aspetta un incremento nei settori dell’acciaio e del cemento. Aziende come Shell, BP, Honeywell ed Air Liquide stanno investendo massicciamente nelle strategie di CCUS, contribuendo al loro sviluppo e all’aumento della capacità di trasporto e stoccaggio della CO2. L’aumento della domanda sta portando alla nascita di una serie di attori specializzati in questo ambito, fra cui Aker Carbon Capture, Climeworks e Carbfix.

Le sfide da superare

Tuttavia, “gli attuali livelli di adozione sono notevolmente inferiori a quanto richiesto nello scenario Net-Zero. L’attuale penetrazione dei sistemi di CCUS è limitata dagli elevati costi dell’energia e delle attrezzature necessarie, oltre che dalle lunghe attese per l’effettiva implementazione. Affinché queste tecnologie possano svolgere il loro ruolo fondamentale nella transizione energetica, sarà necessaria una capacità significativamente maggiore per aumentare i tassi di cattura della CO2, prosegue McQueen.

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“I costi delle infrastrutture diminuiranno grazie all’innovazione e agli sviluppi tecnologici, ma per raggiungere questo obiettivo saranno necessari miliardi, se non trilioni, di investimenti. L’efficacia della cattura del carbonio come strumento di decarbonizzazione dipenderà dal suo sviluppo nel prossimo decennio”, conclude l’analista.

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