La filiera del calcestruzzo può rappresentare uno dei settori su cui far leva per cercare di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Innumerevoli le possibilità di intervento per limitare le emissioni del comparto, come si legge anche in un articolo pubblicato sul sito del Mit (Massachussettes institute of technology). Si tratta di misure da adottare a vari livelli nelle diverse fasi del processo produttivo e di utilizzo di questo materiale, ricorrendo a soluzioni all’avanguardia e a modelli operativi più in linea con l’ambiente.
Una visione olistica
Una carta vincente in tal senso è l’adozione di un approccio olistico che non si focalizzi su una unica strada, ma sfrutti appieno tutte le soluzioni disponibili, integrandole in modo efficace e sinergico. Tra le varie strade da percorrere c’è ad esempio la scelta di utilizzare materiali di scarto come fonti di energia per rendere più green l’alimentazione dei forni dove il calcestruzzo viene trattato. Altre opzioni sono poi l’utilizzo di cementi misti con meno clinker (la componente base del cemento) e la cattura del carbonio.
Cattura del carbonio
La cattura, l’utilizzazione e lo stoccaggio del carbonio sono soluzioni con un potenziale significativo per ridurre l’impatto ambientale del cemento e del calcestruzzo e creano allo stesso tempo grandi opportunità di mercato. In termini economici, come spiega l’articolo pubblicato sul sito del Mit, secondo il Center for climate and energy solutions, questi ambiti legati alla filiera del calcestruzzo avranno un grande appeal e arriveranno a rappresentare un mercato globale da 400 miliardi di dollari entro il 2030. Aziende, come Solidia technologies e Carbon cure, ad esempio stanno già cogliendo questa sfida progettando calcestruzzo (ma anche cemento) che utilizza e conseguentemente sequestra CO2 durante il processo di produzione.
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